Film, “JOKER: FOLIE A DEUX” di Todd Phillips: torna la nostra rubrica dalla Mostra del cinema di Venezia

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E’ passato un anno dagli sventurati eventi del primo film, da quando lo squilibrato Arthur Fleck ha prima brutalmente ucciso un gruppo di giovani yuppie nella metropolitana, e poi, ricercato dalla polizia, ha confessato il misfatto e sparato al presentatore Murray Franklin in mondovisione. Le sue azioni, e il suo appello televisivo in difesa di una società di emarginati e dimenticati, hanno scatenato ondate di fanatismo e caos, e ormai Arthur è una star. Una star in prigione ma pur sempre una star. Proprio in prigione il nostro protagonista fa la conoscenza di Harley Quinn, psicologa finita dietro le sbarre per aver appiccato un incendio. I due personaggi si conoscono, si capiscono, e tra loro scatta la scintilla. Ma questa scintilla scatenerà un altro devastante rogo o sarà solo un effimero fuoco fatuo?

Partiamo senza sbilanciarci dicendo questo: Joker: Folie a Deux è un sequel molto interessante.  Rispetto al primo capitolo, sicuramente la storia prende una direzione che pochi spettatori si sarebbero aspettati. E’ un film che non da’ al pubblico quello che vuole, né da un punto di vista fumettistico (quella è davvero Harley Quinn?) né dal punto di vista narrativo.

Che questo sia un pregio o un difetto sta allo spettatore dirlo.

Si parta comunque dal presupposto che Folie a deux è anche il perfetto riflesso, la speculare rappresentazione della pellicola precedente, andando a costituire un dittico cinematografico assolutamente coerente

La storia prende le mosse esattamente laddove si era fermata 5 anni fa, con il caos nelle strade e Joker idolo delle folle, seppur destinato alla galera. Se da una parte ci si poteva aspettare un’evoluzione frenetica della vicenda, in favore delle gesta del suo villain alle prese con la rivoluzione da lui scatenata, al contrario la storia prende una piega molto più naturale: raccontare ciò che succede al Joker una volta che il mondo l’ha messo sotto processo. Todd Phillips scegliendo questa strada, abbandona totalmente l’atmosfera da cinecomic (che era il punto di forza ma anche la limitazione del film precedente) per abbracciare invece appieno l’analisi sociologica, e approfondire le conseguenze umane e sociali che le azioni del clown hanno causato, agli altri e a se stesso. Se nel primo film si raccontava una discesa nella follia, la rottura di una fragile psiche, in questo film si cerca di ricostruire quel puzzle con razionalità. 

L’elemento curioso però, è che per rimanere coerente con il suo protagonista, il film lo fa usando toni e stratagemmi di forte potenza immaginifica: scene oniriche, scene animate, scene romantiche, ma anche e soprattutto scene musicali. La musica fa da leitmotiv a tutto il film, e rappresenta l’unico sfogo celebrale del Joker (e della sua perversa compagna) in un mondo che lo vuole sempre più inquadrato e ingabbiato: quello è il suo modo di dare un ordine al suo torrenziale flusso di pensieri, e per questo le scene musicali risultano sempre naturali, ben contestualizzate, coerenti con i personaggi.

Un carosello di canti e danze sfrenate che fa da contraltare al più quadrato e calcolato dei generi cinematografici, il dramma giudiziario: mentre nel film precedente Arthur veniva messo a giudizio dalla società dei mass media, dalla televisione, delle cui psicosi diventava un portavoce, in questo film si finisce direttamente nell’aula di tribunale, e si mette a processo proprio il Joker personaggio, l’icona. Che ruolo ha? Perchè la folla lo ama? Cosa ama di lui la folla? Cosa ama di lui Harley Quinn? Il Joker esiste veramente o l’hanno creato i media? Sono tutte domande che il film si fa, ma che soprattuto ci fa, portandoci a riflettere su tematiche vivissime del mondo di oggi, tra cui la manipolazione delle coscienze e delle informazioni. Nel primo film si soffriva e ci si sfogava con il protagonista, in questo si ragiona con lui, per ragionare anche su di noi. 

C’è da ammetterlo: ragionare è sempre meno divertente che agire d’istinto, e per questo probabilmente Joker: Folie a Deux avrà un successo minore del capitolo precedente. Pazienza: a noi sembra una degna prosecuzione.

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