SEPARATED (Errol Morris)
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Anni 2017-2018. Stati Uniti, piena amministrazione Trump.
“Il confine dev’essere protetto” affermano con forza Donald Trump e il suo direttivo. Il confine del paese dev’essere poderoso, tanto da difenderlo direttamente scoraggiando gli eventuali aliens provenienti da sud ad anche solo ad avvicinarlo.
Per questo diversi organi di sicurezza interna decidono di mettere in atto una crudele pratica di deterrenza dell’immigrazione: la cosiddetta “separazione familiare”.
In cosa consiste? Semplicemente, per citare dei numeri, si stima che durante l’amministrazione Trump almeno 10.000 famiglie di immigrati clandestini sono state costrette dalle forze di polizia a dividersi una volta attraversato il confine. Madri in carcere, figli in centri di detenzione anonimi, chiusi in inferriate come animali in gabbia, in attesa di conoscere il loro destino. Famiglie spezzate per una sorta di crudele punizione.
Dopo 20 anni da The fog of war – la guerra secondo Robert McNamara Errol Morris torna ancora ad addentrarsi nelle pieghe più inquietanti della politica americana, raccontando un fatto rimasto poco noto nell’opinione pubblica occidentale, che getta una macchia di vergogna sulla “più grande democrazia del mondo”; e lo fa prendendo chiaramente le parti, dividendo (separando) nettamente giusto e sbagliato, e riportando la vicenda senza filtri, direttamente dalle testimonianze di quelle persone che si sono trovate coinvolte in questo crimine, e hanno avuto la lucidità di riconoscerlo e combatterlo.
La narrazione è spedita, l’esposizione è chiara, e alcuni interessanti intermezzi visivi, d’animazione e di ricostruzione filmica, donano ancora più chiarezza narrativa e forza visiva al messaggio del film. Un documentario di denuncia com’è raro trovarli oggi giorno, un film a tesi che va conciso e dritto al punto.