Italia Viva, nuove riflessioni sul dibattito sulla Link University nelle Marche

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La questione dell’apertura di alcune sedi universitarie della Link University nelle Marche, in particolare nelle città di Fano, Macerata e Ascoli Piceno, continua ad alimentare il dibattito pubblico. Le sedi, destinate alle facoltà di Medicina e Odontoiatria, sono state oggetto di numerose discussioni e interrogativi.

Maria Stella Origlia, presidente di Italia Viva della provincia di Ascoli, e Giuseppe Silvestri, presidente di Italia Viva del comune di Ascoli, hanno espresso una moderata soddisfazione rispetto agli sviluppi della vicenda, ribadendo la necessità di chiarezza su una questione che fin dall’inizio si è rivelata complessa, non tanto per motivi tecnici, quanto per dinamiche economiche.

Secondo quanto riportato dai due esponenti di Italia Viva, il sistema formativo deve rimanere ancorato al settore pubblico e sottoposto a rigorosi controlli di qualità. Tuttavia, dalle recenti informazioni emerge che nelle Marche sono già attive da anni diverse convenzioni tra aziende sanitarie territoriali (AST), strutture ospedaliere e università private, in particolare telematiche, per la formazione di professionisti dell’area medica e psicologica. La stampa ha infatti evidenziato la presenza di accordi tra AST marchigiane e atenei come E-Campus, Uninettuno, Pegaso e San Raffaele di Roma, mentre Unicusano risulta collaborare con più aziende ospedaliere della regione.

Origlia e Silvestri si interrogano dunque sul motivo per cui l’arrivo della Link University abbia suscitato tanto clamore, considerato che il modello di collaborazione tra pubblico e privato in ambito formativo è già consolidato. In tal senso, sottolineano l’importanza di un confronto costruttivo, che non si basi su contrapposizioni ideologiche tra pubblico e privato, ma miri a garantire ai cittadini l’accesso alle cure e diagnosi tempestive.

I rappresentanti di Italia Viva evidenziano inoltre la necessità di ripensare il sistema di accesso alla professione medica e, soprattutto, di investire risorse adeguate nel settore. La carenza di medici nelle strutture sanitarie regionali, concludono, rappresenta un ostacolo significativo al raggiungimento di standard di efficienza, appropriatezza ed efficacia nella sanità marchigiana.

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