Ma siamo proprio sicuri che gli arbitri sono imparziali?

Mi è tornato in mente lo scenario di giovedì scorso all’Arena Garibaldi di Pisa con  i 500 ascolani che erano presenti sugli spalti ad incitare lodevolmente i propri beniamini. La pioggia incessante e copiosa li aveva bagnati come pulcini ma il loro sacrificio è stato frustrato da Santoro, arbitro, e Di Paolo, addetto al Var. I due hanno commesso tre errori gravissimi che hanno condannato l’Ascoli alla immeritata sconfitta. A metà primo tempo nell’area di rigore pisana si è registrato un netto fallo di mano di Tramoni che ha respinto il tiro di un bianconero a mò di bacher come avviene nella pallavolo. Si sono visto i giocatori ascolani alzare le mani al cielo per invocare il chiaro calcio di rigore. Santoro ha fatto proseguire (aveva visto o no?) ma l’infrazione non poteva sfuggire a chi manovra il Var. Fa bene Pierluigi Collina, uno dei promotori che ha voluto l’avvento della tecnologia, a lodare la proficua azione del Var ma abbiamo obiettato che lo strumento viene manovrato dall’uomo per cui spesso si rivela fallace, come nel caso di Pisa – Ascoli.

Contestato il penalty concesso al Pisa per fallo di Botteghin a danno di Torregrossa. L’ascolano giura che il centravanti avversario gli è rovinato sulle sue gambe, Bucchi ha bollato la decisione arbitrale, avallata dal varista. Sia come sia di situazioni similari se ne vedono a grappoli in area e, quando fa comodo, si assolve il difensore in quanto la spinta o il contatto è stato leggero – come si possa determinare la cosa resta un mistero – ma, se non fa comodo i falli sono sacrosanti e vanno puniti con la massima punizione. Abbiamo rivisto l’azione incriminata e non metteremmo la mano sul fuoco che fosse da punire con il rigore il contatto fra i due giocatori, tantomeno lo faremmo per sostenere il contrario. Ricordate il fallo commesso da Gondo su Mulattieri in occasione di Ascoli – Frosinone? Entrata a gamba testa sulla tibia del frusinate e giusta espulsione del colored ascolano. Stesso fallo lo ha commesso Ionita su il malcapitato Falasco. Secondo Santoro l’intervento era da… perdonare. Tra l’ altro c’è da rilevare che nella circostanza dell’espulsione di Gondo intervenne il Var risultato assente non giustificato a Pisa. 

Che dire? Non vogliamo credere alla premeditazione e neppure alle piccole realtà calcistiche ed alle grandi, ma chiedere agli arbitri di conoscere meglio il loro mestiere e non interpretarlo è il minimo che si possa pretendere. In fondo è una classe di lavoratori fortunati (come è possibile non definirli lavoratori con quei po’ po’ di “rimborsi”?): in altre realtà, dove lavorare è una cosa seria, con simili comportamenti starebbero già nelle liste dei disoccupati.

Sandro Conti

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