Giovani

“Non io ma noi”, l’evento in una sala gremita per lanciare Nardini Sindaco di Ascoli Piceno

Ad aprire è stato Roberto Mancini, professore ordinario di Filosofia teoretica all’università di Macerata, il quale ha ribadito l’importanza dell’unione fra Comuni, Regioni e Stati per azzerare i conflitti, che non sono solo bellici, ma economici, sociali e culturali. Uno Stato che ostacola l’emancipazione femminile, la parità di genere, le nuove generazioni, i migranti, i salariati è uno Stato che si condanna all’autodistruzione. Per questo bisogna ripartire dai Comuni, che hanno l’obbligo di risvegliare il sentimento di democrazia come simbolo del futuro. “Democrazia non è solo poter votare ma dare risposta ai problemi collettivi. Occorre la garanzia di un metodo, fondato sull’etica“.

A seguire Carlo Di Marco Leone, già docente di Diritto pubblico all’università di Teramo, ha tenuto a sottolineare l’instabilità della democrazia, dei diritti e della Costituzione. Occorre continuare a combattere per ogni conquista ottenuta, perché il rischio di un ritorno al passato è sempre dietro l’angolo. Gli elementi che permettono l’esistenza della democrazia sono tre. Innanzitutto, la rappresentanza, che a partire dal Rousseau del Contratto sociale vede la fondamentale presenza di un organismo rappresentativo che emani le leggi al posto del popolo.

La partecipazione, pilastro essenziale del programma di Nardini, è un diritto e soprattutto un dovere di tutti i cittadini, elettori e non, poiché in virtù della nostra Costituzione la sovranità appartiene al popolo e non è esclusiva degli elettori.

Di Marco ha mostrato, con esempi semplici ma dirompenti, come tutto sia cittadinanza attiva: una bambina frequentante la scuola primaria di primo grado, accortasi della mancanza di una biblioteca, può andare dal dirigente scolastico e farlo presente; e poi riuscire a gestire un conflitto in classe; rispettare le regole, insomma tutto è politica.

Il terzo pilastro è la democrazia diretta, l’esercizio diretto del potere politico da parte del popolo nei confronti dello Stato (ad esempio attraverso il referendum abrogativo). Infine, il professore ha tenuto a ribadire le responsabilità, da parte di chi esercita il potere, di eliminare gli ostacoli che impediscono l’uguaglianza, la libertà e la partecipazione effettiva di tutti i cittadini all’organizzazione economica politica e sociale del Paese.

In seguito, è intervenuto Andrea Dominici, avvocato ascolano non iscritto all’albo degli avvocati per scelta, che attualmente lavora nel sociale. Ha attaccato direttamente l’attuale Amministrazione comunale, la quale si riempie la bocca di “famiglia naturale” ma non fa nulla per le famiglie, e i giovani in particolare, e organizza incontri per ascoltare la voce dei cittadini ascolani che se ne sono andati e non di chi rimane fra mille difficoltà.

A prendere la parola è poi stata la più giovane, la 18enne Angela Verdecchia del direttivo regionale della Rete degli studenti medi (che intervistammo QUI), che ha lanciato un grido di ribellione contro la privatizzazione della scuola, contro il bavaglio che la classe dominante prova a imporre sulle nuove generazioni.

Infine, a chiusura dell’incontro, è intervenuto direttamente il candidato sindaco Emidio Nardini, dichiarando con forza che lui stesso e tutta la sua coalizione si vogliono rendere promotori del cambiamento che, però, è possibile solo se ogni cittadino si sentirà coinvolto in un progetto collettivo per la città. E, infatti, grande interesse c’è stato per il primo contest in presenza per raccogliere idee e proposte per la città: “La partecipazione non è uno slogan elettorale noi la facciamo in campagna elettorale ma continueremo a praticarla se amministreremo la città“.

Michelle Marafini

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