Storie

E’ morto l’ex sindaco di Ascoli Carlo Maria Nardinocchi

Ha guidato il Comune dal 1990 al 1993. Aveva 90 anni. E’ stato uno degli ultimi innamorati della città e delle sue tradizioni.

Si è spento questa mattina, all’età di 90 anni, Carlo Maria Nardinocchi, già sindaco di Ascoli dal giugno 1990 a febbraio 1993. I funerali si svolgeranno domani pomeriggio alle ore 15.30 nella chiesa di San Pietro Martire. Nardinocchi verso la fine del secolo scorso, è stato il volto stesso della Dc cittadina. Del partito era stato anche segretario provinciale, ma la sua attività politica aveva avuto come fulcro la politica cittadina. Era entrato in consiglio comunale nel 1971 e riconfermato negli anni successivi fino ad ottenere nel 1990 la massima carica. E’ stato anche a lungo presidente dell’allora Consorzio idrico, il Ciip, attuale e sotto la sua presidenza venne realizzato il nuovo impianto di captazione sul Vettore che serve oggi gran parte delle province di Ascoli e Fermo.

Carlo Maria Nardinocchi

Al di là degli incarichi Carlo Mario Nardinocchi era un ascolano vero con due grandi passioni, la sua città e il partito, la Dc, di cui era autorevolissimo dirigente. La sua figura era notissima, soprattutto per la piccola borsa che portava sempre con sé, dentro la quale sostenevano i maligni c’erano tutte le tessere degli iscritti al partito che garantivano la sua posizione. Ma erano solo malignità in quanto a renderlo popolare c’erano soprattutto la sua bonomia e la capacità di empatia. Proprio come segno dell’amore che aveva per la città c’è da ricordare la sfortunata avventura che lo portò, con la consueta energia, a promuovere la fondazione di una banca ascolana che prendesse il posto della Cassa di Risparmio venduta in quel periodo ad un gruppo bancario più grande.

Anche il sindaco Marco Fioravanti ha voluto esprimere la propria tristezza e il dispiacere per la scomparsa di Nardinocchi. “Una persona a cui ho voluto tanto bene, – afferma Fioravanti – che ho stimato molto e che mi ha dato preziosi consigli per l’amministrazione della città. A nome mio e di tutta la comunità ascolana, porgo le mie più sincere e sentite condoglianze a tutti i familiari di Carlo”. Condoglianze alla famiglia anche dalla redazione di Ithaca Magazine.

n.d.r. – Chi ha vissuto a Porta Maggiore, lungo la parte finale di corso Mazzini che porta al Carmine, conosceva bene Nardinocchi. La barberia di suo padre per lungo tempo è rimasta un segno della vecchia Ascoli. 

Amava Ascoli e la sua storia. Non era difficile incontrarlo per la città, passo flemmatico e occhio sempre attento, come se volesse memorizzare le sue bellezze. Salutava tutti con una cordialità che si è persa nel tempo. Ma era il Meletti il punto di ritrovo, dove i politici avevano preso l’abitudine di incontrarsi, discutere e risovere i problemi della città, una sorta di parlamentino che superava il Consiglio Comunale.

“Ciao parè” era il suo saluto quando ci incontravamo, per una parentela che non ho mai capito da dove veniva. Quando fu eletto sindaco, mi nominò suo consulente organizzativo per la Quintana, era l’11 marzo del 1991 ed è stato piacevole affiancarlo, perché lasciava lavorare.

Sapeva ascoltare i cittadini, le loro proposte, aldilà del colore politico di appartenenza. A memoria è stato il vero sindaco di tutti.  Ciao paré!  (a.p.)

Giovanni Giacomini

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