Aboliamo l’Alternanza scuola-lavoro

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Vite spezzate “dalla fame di profitto di aziende senza cultura della sicurezza, dalla scuola e dallo Stato che hanno imposto che le studentesse e gli studenti debbano sperimentare sfruttamento e lavoro gratuito e rischiare la propria vita durante i percorsi formativi. Tutto questo, legittimando un mercato del lavoro in cui le aziende competono al ribasso su sicurezza, salari, lavoro precario e interinale. Viene insegnato che è normale lavorare gratis, senza diritti, sicurezza e la possibilità di organizzarsi nel sindacato“. Aveva scritto qualche tempo fa Luca Redolfi, coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti, sul Jacobin Italia.

Oggi, Giuseppe Lenoci, un ragazzo di 16 anni originario di Monte Urano (Fermo), è morto a seguito di un incidente stradale. Lo studente si trovava a bordo del furgone di una ditta di termo-idraulica. Il giovane stava frequentando un corso di accompagnamento al lavoro, che prevedeva una parte di lezioni in aula e una parte pratica come stage presso un’azienda: corsi organizzati da enti di formazione del territorio e finanziati dalla Regione Marche. Il ragazzo era sul sedile del passeggero, quando il mezzo è finito fuori strada contro un albero a Serra de’ Conti. Se per lui non c’è stato nulla da fare, il 37enne alla guida è stato sbalzato via dall’abitacolo, finendo a molti metri di distanza dall’auto. Ora si trova, in gravi condizioni, all’ospedale di Torrette di Ancona.

Il più famoso docente di liceo del web si scaglia contro l’Alternanza

I corsi di formazione professionale hanno ucciso per la seconda volta in meno di un mese“, dichiara in una nota l’Unione sindacale di base, definendo “inutili” le “chiacchiere che a valanga hanno seguito la morte” del 18enne Lorenzo Parelli (schiacciato da una putrella di 150 kg in provincia di Udine) “comprese le tardive esternazioni del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi sul superamento dell’alternanza scuola lavoro e dei modelli collegati”. E il sindacato chiede “la fine dell’alternanza scuola lavoro, della scuola azienda, e la revisione totale dei modelli della formazione professionale, questa specie di serie B dell’ingresso nel mondo del lavoro riservata ai ragazzi che alle medie ricevono il bollino ‘scarso’, il 6 o giù di lì, e per questo vengono gettati nel calderone del lavoro non qualificato”. Qui “sguazzano le aziende che piegano la formazione alle loro esigenze, con tutto quel che ne consegue per la sicurezza e la salute dei giovani”.

L’invito di Moira Canigola, sindaca di Monte Urano, è stato: “In questo momento bisogna fermarsi e riflettere. Prima di parlare bisogna conoscere e attediamo di avere più elementi a disposizione, intanto mi sento di esprimere le condoglianza ai familiari per questa immane tragedia a nome mio, dell’amministrazione e di tutta la cittadinanza”. Tranchant il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni su Facebook: “Uno studente che muore durante un percorso formativo in azienda è un profondo fallimento dello Stato e della collettività che hanno permesso ciò. Perché a 16, 17 o 18 anni non devi essere in fabbrica, in azienda o in ufficio. Devi poterti dedicare liberamente allo studio, fare le tue esperienze, crescere come persona. E il compito dello Stato è costruire le condizioni per permetterlo”.

Un noto intervento del più noto storico italiano, Alessandro Barbero, contro l’alternanza scuola-lavoro

Dopo le vergognose manganellate della polizia agli studenti che manifestavano contro l’Alternanza scuola-lavoro, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha assicurato il dialogo. Il ministro del lavoro Andrea Orlando ha annunciato un tavolo insieme al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, per garantire che gli stage si svolgano presso aziende certificate. Si fa così, però, finta di non vedere il vero problema: il reale significato dell’Alternanza scuola-lavoro. Non ci sono ragioni pedagogiche, gli studenti non apprendono proprio nulla da questo tipo di esperienze, almeno a livello di conoscenze e competenze. Ciò che si assume sono determinati atteggiamenti, modi di essere e di pensare. Ragazzi e ragazze imparano che devono adattarsi alle necessità delle aziende; impara che deve essere acquiescente al comando sul lavoro; capiscono che il loro destino dipende da questo (oggi in rapporto alla valutazione scolastica, domani rispetto alla conservazione di un posto di lavoro precario). E imparano l’impotenza rispetto a questo stato di cose, a rassegnarsi. “Un esito del tutto coerente col progetto politico-sociale del neoliberismo” ha ricordato Massimo Baldacci su Micromega.

L’alternanza scuola-lavoro è normata in modo diversificato a seconda degli istituti superiori: nei licei, nei tecnici e nei professionali sono stati inaugurati i cosiddetti Pcto – Percorsi per le competenze trasversali e orientamento – mentre nei centri di formazione professionali l’alternanza è rimasta anche nella dicitura. Intendiamoci subito: se è lavoro si paga ed è a carico delle aziende, se è formazione è garantita gratuita e pubblica. Non si tratta di chiudere le porte della scuola a esperienze esterne a condizione che queste siano davvero inserite in un progetto educativo, conservino una valenza culturale, non siano obbligatorie e quindi vincolanti al superamento dell’esame di stato. Per questo è venuto il tempo di abolire l’alternanza scuola-lavoro e avviare una riflessione seria sulla scuola pubblica e sui diritti dei giovani lavoratori“. Questo si legge, tra le altre cose, in una recente petizione su Change.org.

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