“C’erano se non sbaglio 5 sale: noi andavamo al cinema Piceno, al Supercinema, che era il cinema più grande della città, poi il Filarmonici, che era un po’ particolare perché era un vecchio teatro e potevi anche scegliere di guardare il film nei palchi, i palchetti da teatro. E se
Leggi di piùI giornali nazionali ne hanno parlato, ad esempio Fanpage.it ha esordito così: “Un bar di Ascoli Piceno, città Medaglia d’Oro al Valore Militare per attività partigiana, ospiterà il prossimo 24 marzo la
Saint Germain en Laye, Francia. Qualche anno fa ero al Musée d’Archéologie Nationale, ospitato all’interno di uno dei più importanti castelli reali. A guidarmi il conservatore capo che mi lascia, nel finale,
“Luca è stato uno dei pochi, se non l’unico, ad imporsi al ‘monopolio’ degli intellettuali ascolani, introdotti in tutti gli ambienti chiave dei finanziatori locali. Malgrado le difficoltà e gli ostacoli che
Ricordate Raducchi? Il “giardiniere” personale di Costantino Rozzi che curava il giardino della sua villa nella zona “Uliveti” sull’Annunziata. Lo incaricò della manutenzione del manto erboso del Del Duca. Lo curava talmente
Se in uno rigurgito nostalgico parlassi del calcio degli anni ’60, storcereste di sicuro il naso e lo liquidereste con uno smitizzante “altri tempi”. Ma calcio era ieri e calcio è oggi,
Nei miei “amarcord” non potevo dimenticare “Middie lunghe”. Personaggio impareggiabile per la grande passione che lo animava per il calcio e per la scoperta di giovani talenti ascolani. Si chiamava Emidio Fioravanti,
Stavolta ci occupiamo di un libro che in questi mesi ha suscitato grande curiosità, che è apparso in quasi tutte le pagine culturali di quotidiani e settimanali, ma che non ha mai
“Questa non è scarpa da calcio ma pantofola”. A pronunciare questa frase fu Jhon Charles, centravanti della nazionale inglese e successivamente della Juventus, quando venne ad Ascoli per provarsi le scarpe da
Lo chiamavano “l’uorte de lu curate”. Era ubicato in via dei Soderini a fianco della chiesa di San Giacomo. E don Peppe Fabiani ne era il… giardiniere che ogni giorno doveva provvedere
“Le olive all’ascolana sono come le ciliegie: una tira l’altra. Chi ne assaggia una apre la via a parecchie altre sue sorelle”. E’ l’elogio che Morello Pecchioli, giornalista del quotidiano “La Verità”,