“Race for the cure”, pazze sotto la pioggia!

1 minuto di lettura

Ci sono a volte delle persone che senza tanto clamore e senza l’uso di inopportuni inglesismi, riescono ad organizzare eventi con poco o niente. Mettono in piedi un carrozzone ricco di sorprese e coinvolgono una quantità di partecipanti che neppure i grandi eventi riescono ad assicurarsi. Forse, se invece di guardare fuori dai nostri confini in cerca del “mago” di turno, si guardasse dentro casa non sarebbe male, perché è solo diceria che “nemo profeta in patria”. Provare per credere! Lo IOM è una di queste fantastiche realtà,  che da oltre vent’anni si tiene in piedi senza santi in paradisi, con Ludovica Teodori, saggiamente, ne governa la rotta.

L’8 maggio era in programma l’annuale maratona “race for the cure” a Roma, alla quale lo IOM di Ascoli ha sempre partecipato in massa. Quest’anno, però, le difficoltà legate al COVID ed anche alla guerra Ucraina, che ha fatto schizzare il costo dei carburanti alle stelle, hanno costretto le volontarie IOM ad inventarsi una soluzione che consentisse loro di fare la maratona, senza però muoversi da Ascoli. Una sorta di smart working sui generis. A meno del dono della ubiquità, però, sembrava un teorema difficile da risolvere.

Non per le volontarie IOM e per Gisella Ercoli e Ludovica Teodori. Ecco saltare infatti dal cilindro l’idea che ha “quadrato il cerchio”: “Facciamo la maratona-camminata, più camminata che maratona, ad Ascoli e riscopriamo gli angoli nascosti della città delle cento torri”. Detto fatto. Si sono messe all’opera, hanno inondato di messaggi fin dove potevano arrivare, forse risvegliando anche i morti, e l’dea ha preso forma.

Domenica 8 maggio, nonostante il tempo avverso, nonostante una pioggerelllina fastidiosa e impertinente, nonostante la temperatura che di primaverile non aveva neppure il nome, il gruppo delle camminatrici si è ritrovato in piazza del popolo e si è mosso. Dietro una battistrada, Ludovica Teodori, che la gioventù l’ha dimenticata da un pezzo, ma che non ha perso lo smalto dei verdi anni venti, hanno iniziato la loro personale maratona, con fazzoletti rosa e striscioni, tanto per ricordare a tutti che non erano improvvisamente impazzite, ma che stavano testimoniando, camminando, sull’importanza della prevenzione contro il tumore al seno.

Abbiamo letto i messaggi del post maratona e quelle che pensavamo fossero stremate dopo la camminata, oltre i ringraziamenti, si sono dichiarate pronte a ripetere l’iniziativa, con quell’entusiasmo che accompagna da sempre il volontariato. Se solo ognuno di noi facesse, non dico tanto, il 5% delle proprie possibilità, di sicuro daremo un grosso aiuto a debellare questo maledetto flagello che è il tumore al seno. Brave allora tutte, organizzatrici e partecipanti, ma, almeno per una volta consentitecelo, brave Ludovica e Gisella. Magari guardandovi, qualcuno potrebbe anche imparare qualcosa.

Il nostro servizio fotografico

1 Comment

  1. Grazie Aldo anche se non ci vediamo da tanto tempo ti ricordi di noi.il tempo passa e le energie si fanno più deboli però l impegno per gli altri c è sempre!
    Un caro saluto

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Previous Story

Braida, un esempio da seguire

Next Story

La ricostruzione di Arquata e di 6 frazioni: il progetto di Boeri arriva in Consiglio comunale

Ultime da