E adesso?

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Alla fine ha vinto Pesaro. E qui potremmo chiudere l’articolo, tanta è l’amarezza in corpo. Perché dispiace che la prima volta che un’Amministrazione Comunale ascolana ha deciso di parlare non più per eventi disarticolati ma per progetto strutturato, ci si fermi proprio sul filo di lana. E a poco serve il gesto nobile del sindaco di Pesaro che ha offerto una specie di compartecipazione all’evento: Ascoli non sarà la Capitale della Cultura 2024. E ha un bel dire il ministro Franceschini che deve essere un vanto insignirsi del titolo effimero di finalista, abbiamo perso, o se vogliamo farci meno male non abbiamo vinto. Punto.

E adesso? C’è da augurarsi che quello che è stato progettato non finisca nel cestino della carta straccia, ma che trovi realizzazione, magari rivisto e corretto in base ad un budget che forzatamente sarà molto inferiore, non dissipando quel patrimonio di coinvolgimento che è stato il capolavoro dei progettisti.

E adesso? Mi auguro che il Sindaco non molli, ma raddoppi lo sforzo e vada avanti chiedendo il massimo supporto alla Regione che, a questo punto, se sono vere le parole dette  dall’assessore Latini, (aveva parlato di Capitale della Cultura diffusa su tutta la Regione), non può tirarsi indietro. Pretendiamolo questo sforzo e non lasciamo più che questo lembo di Regione sia lasciato al suo destino, o dobbiamo credere veramente all’esistenza della Marca sporca.

Dobbiamo lavorare di più e meglio sull’informazione, sulla proposta turistica, sulla unicità degli eventi. Dobbiamo riflettere sul perché di questa debacle e correggere il tiro. Ho sempre sostenuto che non abbiamo un evento particolare che veicoli il nostro nome oltre gli angusti confini regionali, cerchiamolo allora nella nostra storia, nelle nostre tradizioni e non ci sarà da rimpiangere il non aver ottenuto quel titolo. 

E magari pensiamo se non sia il caso di proporci come Capitale Europea della Cultura. Se ce l’ha fatta Matera, mi domando cosa manchi a noi.

Sui social ho visto che la gazzarra è cominciata. Ci sono quelli che la buttano in politica con il solito livore campanilistico e chi invece più obiettivamente prova ad analizzare cosa c’è di tanta differenza tra noi e Pesaro. Lo sberleffo dei bastian contrari va messo in conto, meno se a questo punto si scatena il fuoco amico e mette nel mirino il Sindaco per ambizioni politiche.

Forza Marco. Amareggiarsi ci sta, abbattersi no. E se è vero che sei il Sindaco di tutti chiama a raccolta tutti i cittadini aldilà del credo politico: l’unione fa la forza e, aggiungo io, fa superare le montagne. Quelle che che muovono la cultura.

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