Abbiamo vinto il mondiale. Evviva!

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Sembra una boutade e invece è la verità. Seguitemi e mi darete ragione. Chi è il CT della nazionale argentina? Naturalmente risponderete Lionel Scaloni. Perfetto! Altra domanda: lo sapevate che Scaloni ha il doppio passaporto, argentino e italiano? Forse sì e forse no, certamente gli esperti di calcio ne saranno a conoscenza. Scaloni ha anche il passaporto italiano, perché i nonni erano italiani, meglio ancora, marchigiani, e ancora di più  Piceni. Allora,possiamo dire di aver vinto il campionato mondiale? Se le origini contano qualcosa direi di sì.

Ma non è finita. Secondo voi Messi ha qualcosa di simile a Scaloni? Nome a parte (Lionel entrambi). A questo punto, forse, forti della storia precedente, qualcuno dirà che sì, entrambi sono italiani, poi marchigiani e poi… Alt, fermiamoci a marchigiani. Scaloni è della provincia Picena, Messi della zona di Recanati.

Abbiamo vinto anche noi i mondiali sì o no? Di sicuro abbiamo tifato Argentina, per questo motivo, perché in Argentina la colonia italiana è maggioritaria, e perché dovevamo finalmente godere della sconfitta atroce dei “galletti ai rigori”, memori di quel maledetto golden goal, primo e ultimo di una competizione internazionale, che ci è rimasto ancora sullo stomaco.

Viva Arghentina!

Finalmente è scesa la parola fine su una competizione che doveva essere la passerella del calcio e invece ha messo in mostra un modesto gioco e un tifo quanto mai rabberciato, giacché non è passato inosservata la presenza di sauditi mascherati da tifosi di questa o quella squadra in campo, senza sapere perché. Il Qatar doveva uscire con la faccia rassicurante e le mani pulite ma, come si dice dalle parti nostre, i nodi vengono sempre al pettine, e prima che il mondiale finisse è scoppiato lo scandalo del Qatargate, di cui sentiremo e vedremo sviluppi imprevedibili.

Signorilità e sportività manco a parlarne, (che dire il gesto di Dumfries verso la panchina avversaria lo cataloghiamo come un saluto?), fatta eccezione per i giapponesi che al termine delle loro partite hanno lasciato tribune a loro riservate e spogliatoi puliti, come quando erano entrati. 

Ma il peggio doveva ancora venire. Le scena peggiori le abbiamo vissute nel corso della cerimonia di premiazione. Sul palco le massime autorità calcistiche. Accanto all’emiro del Qatar non poteva mancare Infantino, presidente della Fifa, Macron, presidente della Repubblica Francese, i due presidenti delle federazioni ed altri personaggi a corollario della faraonica sceneggiata.

Ha cominciato il portiere dell’Argentina Martinez: dopo aver ricevuto la coppa quale miglior portiere del campionato, prima l’ha sollevata al cielo poi se l’è messa davanti ai genitali, gesto da “rosso” diretto, ma la partita era terminata. 

Sono sfilati poi i giocatori francesi per ricevere la medaglia d’argento del secondo posto. Dopo che gli era stata messa al collo dalle… autorità, quattro di loro se la sono tolta, prontamente rilevato da un membro dell’organizzazione che li ha costretti a rimettersela al collo.

Ma non si è accorto che due giocatori di colore si erano tolti gli scarpini presentandosi davanti alla autorità con ai piedi le ciabatte. Se la sommiamo on Messi in vestaglia trasparente, più che di una premiazione dovremmo parlare di un incontro tra amici dopo la doccia.  

Peccato solo che al commento tecnico non ci fosse più Adani: ci è mancata la sua esplosione di gioia ai goal di Messi, alle sue definizioni iperboliche, al suo culto del dieci albiceleste. Come dimenticare quel effluvio di luoghi comuni come “ il sinistro migliore del mondo! Da Di Maria a Messi, dalla Bajada alla Perdriel: sempre Rosario, la città del calcio. Tutti in piedi per il miglior giocatore del mondo. Rispetto per il numero uno. Rosario città del calcio, per questo calciatore che troppe volte è stato criticato anche quando era al Barcellona. Arrivato sofferente da giovane, non ha mai dimenticato l’argentino, parla rosarino, sente l’argentino nel sangue. Ha pianto per la Selección ed è lui che la tiene in vita. La mistica che entra in campo, abbiamo nominato Diego dieci minuti fa. Con Diego dentro tutto è possibile, ecco il pianto dell’Argentina e gli occhi spiritati del miglior giocatore del mondo. Vamos”. 

Non aggiungo altro, solo che per queste stronzate lo hanno anche pagato!

Fine della grande chermesse e sul, Qatar e le sue “malefatte” torna il silenzio, quel silenzio che l’ineffabile Infantino ha cercato di imporre a suon di minacce e sanzioni. 6500 operai morti sul lavoro, distribuzione di mazzette a go go per consentire al Qatar di rifarsi la verginità, minacce di bloccare le forniture di gas, di cui il paese arabo è ricco, qualora si procedesse ad indagare sulle porcherie che si sono registrate, condanne atroci per i gay… E questa nazione meritava tutti gli occhi del mondo su di se? 

L’unica cosa sensata l’ha detta Sandro Piccinini, telecronista Mediaset. “Il campionato svoltosi in Qatar non ha portato nessuna idea calcistica nuova. E’ stato solo il trionfo dei singoli”. 

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