Controvento – Festival dell’aria; Asculum Festival; Futuro Memoria Festival, Ascoli Piceno Present; ascolipicenofestival; Nuovi Spazi Musicali; Cinesophia, la Milanesiana; I Teatri del Sacro; Ritratti d’artista; Festival del reportage. Spero siano tutti. Si tratta dell’insieme di eventi, classificabili sotto la categoria omnicomprensiva di “festival”, che si realizzeranno o si sono realizzati quest’anno ad Ascoli Piceno. Fra novità e conferme la lista sembra corposa, eppure…
Ci sono nomi che – da cittadino ascolano doc dalla nascita – non ho mai notato, altri che (purtroppo) ho notato, ma a cui (pur con tutta la buona volontà) faccio davvero fatica a partecipare. Altri sono eventi gradevoli, ma… Della pratica Unesco per fare di Ascoli un patrimonio dell’umanità ormai nessuno parla più, oggi è invece in voga considerare il fatto di essere fra le 24 città in corsa per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2024. La città vincitrice, grazie anche al contributo statale di un milione di euro, potrà mettere in mostra, per il periodo di un anno, i propri caratteri originali e i fattori che ne determinano lo sviluppo culturale, inteso come motore di crescita dell’intera comunità.
Qual è il carattere originale e distintivo della nostra programmazione culturale? Più o meno da sempre sento la storia dell’occasione perduta del Festival dei Due Mondi, proposto ad Ascoli, prima che a Spoleto. Il Festival delle arti performative più antico d’Italia, ideato dal compositore Gian Carlo Menotti nel 1958 per tre settimane mescola la realtà con la finzione, la quotidianità con la magia del teatro, gli artisti con gli spettatori: 60 spettacoli, tutti in prima italiana, con più di 500 artisti da 13 paesi in 15 sedi mettendo in relazione Musica, Opera, Danza, Teatro, Arte attraverso la creatività dei migliori artisti e delle migliori compagnie internazionali.
Dimensione di un centro storico raccolto (a misura d’uomo), la presenza dei due teatri all’italiana, la scoperta di un teatro romano e soprattutto la presenza di piazza Duomo, architettonicamente un teatro all’aperto silenzioso ed immutato nel tempo: questo spinse Menotti a scegliere Spoleto, ma effettivamente si sarebbe adattato (ancora meglio?) ad Ascoli. Ma perché non pensare ora a qualcosa che finalmente ci contraddistingua?
Notizia del 15 settembre, il Festival dell’Economia organizzato ogni anno a Trento non sarà più quello elaborato dalla Giuseppe Laterza e Figli S.P.A, la casa editrice che lo ha ideato e organizzato finora. Con essa traslocherà il gruppo di intellettuali ed economisti che lo hanno creato e fatto prosperare in questi 16 anni, trasformando quella che sulla carta si presentava come una serie di conferenze specialistiche in una kermesse di successo. Oltre 50 premi Nobel, ministri, sottosegretari, governatori della Banca d’Italia, imprenditori e finanzieri, sfilati in questi anni fino a Trento sotto la direzione scientifica di Tito Boeri.
Qual è la ragione? Maurizio Fugatti, appena eletto presidente leghista della Provincia autonoma, ha dichiarato: “Fino a oggi al Festival sono stati invitati solo studiosi e luminari con una precisa visione economica e politica del mondo, espressione della cultura della sinistra nazionale e locale: vedremo come, ma questa distorsione finirà”. Ora il festival sarà nelle mani del gruppo editoriale del Sole 24 ore con a capo del comitato scientifico Giulio Tremonti, l’ex ministro delle Finanze negli ultimi tre governi Berlusconi.
Tante sono in queste ore le candidature di città di ogni genere (dando tutte le garanzie di autonomia), da Torino fino a Camogli. Torino ha già il Salone del libro, Camogli il Festival della comunicazione (e poi potremmo continuare con Perugia e il suo Festival del giornalismo e così via..). E noi?