Claver Gold e Murubutu. Il primo nato ad Ascoli Piceno, il secondo a Reggio Emilia. Insieme sono i due campioni dello storytelling rap in Italia. Sabato 25 al teatro comunale Ventidio Basso di Ascoli Piceno ci sarà lo spettacolo-concerto Infernvm Live: insieme a Murubutu ci saranno sul palco Diana Ghebrelul corista, Andrea “Gaz” Gazzoli dj e Gabriele Polimeni trombettista. Sarà una presentazione dal vivo di alcuni brani dell’album che i due rapper hanno realizzato insieme ad altre canzoni tra le più conosciute del repertorio di Murubutu (“Ho scelto di chiamarmi così riprendendo il termine marabutto, che nell’Africa sub-sahariana designa una figura in grado di guarire mali fisici e sociali, con riferimento al potere terapico delle parole”).
I due artisti hanno finora incrociato le strofe in cinque occasioni: nei lavori di Claver Gold “La Rana e lo Scorpione” e “Dies Irae”, in quelli di Murubutu “Le Sirene” e “Le Notti Bianche” e nel brano di DJ West “L’amica di Annalisa”. Ogni volta che si mettono insieme, il risultato è garantito. Fra gli addetti ai lavori da un po’ si parlava di un album a quattro mani e… cosa c’è di meglio del partire dal testo più noto della storia letteraria italiana?
“Infernvm” (pubblicato da Glory Hole Records) è un concept album estremamente raffinato in cui, brano dopo brano, ci fa immergere nelle atmosfere e nei personaggi danteschi, tra demoni e pene, giudici e illustri (ma non solo) peccatori. “Un’opera che ci rimanda al periodo infernale che stiamo vivendo oggi, ma ci ricorda anche l’importanza di un linguaggio che stiamo perdendo, che si sta impoverendo. Insomma, un modo di tornare al fondatore della lingua” illustra Murubutu.
Nella vita di tutti i giorni Murubutu, al secolo Alessio Mariani insegna Storia e filosofia nei licei, e da sempre mescola la propria formazione umanistica con la produzione musicale. Un progetto che ben si inserisce all’interno delle celebrazioni dei 700 anni dalla morte del Sommo Poeta. Claver Gold, all’anagrafe Daycol Emidio Orsini, cresce artisticamente nella Bologna degli ultimi anni 2000, frequentando l’Accademia di Belle Arti e di palchi dei vari centri sociali della città: i suoi lavori sono apprezzati sia per le tematiche crude e legate a problemi sociali, come droghe e abusi, che per le note più introspettive, pessimiste e malinconiche tipiche del decadentismo.
In un’intervista Murubutu ha spiegato: “L’album nasce da un rapporto di amicizia e da una reciproca stima a livello artistico. Avevamo collaborato già in passato e avevamo voglia di viverci questa esperienza. L’idea è nata un anno prima, nel 2019, l’album è uscito in pieno lockdown, abbiamo lavorato a distanza, ma ormai è normale lavorare così. Forse è stata penalizzata la promozione, di contro è stato valorizzato in un periodo in cui c’è stato più tempo per riflettere”.
I due si sono immersi nellarilettura del testo, studiato alle superiori, con uno sguardo nuovo: “All’inizio eravamo titubanti, ma dopo il primo brano abbiamo capito che direzione prendere e come i personaggi potessero essere oggi attualizzati”, chiarisce sempre Murubutu. “La Divina Commedia colpisce tutti e tornandoci sopra, anni dopo, regala suggestioni diversi, che a scuola abbiamo recepito solo in modo parziale, come accade con tanta letteratura”.
Continua il prof-rapper: “Ci sono figure iconiche come Ulisse, Caronte, Paolo e Francesca, ma allo stesso tempo abbiamo scelto delle figure minori come Taide, ben traslate nel contemporaneo. Peccato aver dovuto abbandonare alcuni personaggi come Farinata, Ugolino, ma abbiamo preferito concentrarci su quelle figure che potevano essere tradotte in temi legati alla contemporaneità, come dipendenza da sostanze, bullismo, prostituzione e individualismo”.
La sfida è stata lavorare sulle rime e sulle musiche originali: “Non è possibile riproporre gli endecasillabi o le terzine di Dante, costruite per andare all’infinito. Noi lavoriamo sul tempo dell’hip-hop, sul 4/4. Abbiamo quindi lavorato sul cogliere le citazioni e i passaggi e sul ricollocarli in un’altra struttura metrica”.