Ascoli, pubblica, privata o esternalizzata? Il Forum cittadino sulla biblioteca comunale

Al termine di un percorso molto complesso e intenso, il Forum cittadino si è espresso fornendo orientamenti, idee, indicazioni. Occorre ripartire da queste proposte, innanzitutto revocando la delibera n.67 del 2020: questa la richiesta

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Si è svolta ad Ascoli Piceno, nel corso dell’anno appena concluso, un’interessante iniziativa promossa dal circolo marchigiano dell’associazione Demos, in collaborazione con il Collettivo Caciara: un Forum cittadino sull’esternalizzazione dei servizi di biblioteca (i lavori, tutti pubblici, sono disponibili QUI). Tali forum sono un utilissimo strumento di partecipazione popolare che dà ai cittadini la possibilità di avere ed utilizzare uno strumento dialogico, partecipativo, indipendente dai partiti di maggioranza e di opposizione, basato sulla corretta informazione, per esprimere la loro opinione sulle scelte del Consiglio comunale.

Era poco più di un anno fa quando, con delibera n.67 del 29 dicembre 2020 esecutiva, il Consiglio comunale di Ascoli Piceno decideva l’esternalizzazione dei servizi della Biblioteca “Giulio Gabrielli”. Da un primo esame dell’atto, emergevano subito molte criticità, peraltro manifestatesi anche in successivi dibattiti in Consiglio comunale, che hanno suscitato l’interesse della città. Demos emanava allora un avviso pubblico per la costituzione di un Tavolo di esperti di varie discipline, affinché elementi di informazione e di conoscenza potessero essere messi a disposizione dei cittadini nella prospettiva di svolgimento del Forum. All’Avviso rispondevano dieci esperti che hanno offerto le loro conoscenze e le loro professionalità a titolo gratuito.

Chi erano gli esperti

Il Tavolo degli esperti ha lavorato per mesi, facendo emergere la grande consistenza del patrimonio librario, archivistico, architettonico e storico del Polo S. Agostino e ribadendo le criticità di una scelta politica priva di una strategia e di un progetto dettagliato, anzi, confusa con la privatizzazione. Alla chiusura dei lavori, il Tavolo ha emanato un documento con orientamenti e indicazioni su una possibile gestione, da proporre ai tavoli di lavoro dei cittadini. Il documento è stato portato preventivamente a conoscenza dei cittadini online e attraverso presenze periodiche in piazza del Popolo, nel quasi silenzio dei media. Mentre le richieste all’Amministrazione per l’ottenimento del patrocinio e di spazi per lo svolgimento del Forum sono rimaste senza risposta.

Dopo un percorso partecipativo molto complesso e intenso, che ha visto varie fasi, il Forum cittadino si è infine espresso offrendo un contributo di orientamenti, idee, indicazioni e prospettive per la giusta gestione di questo importante bene comune che ora versa in uno stato di forte degrado. La richiesta è che la delibera n.67 sia revocata in via di autotutela, per procedere al più presto alla progettazione mai fatta, nel rispetto dei criteri, orientamenti, delle indicazioni e proposte contenuti nel report conclusivo del Forum e provenienti dalla base come in qualsiasi autentico processo partecipativo. A chiusura del Forum si è poi costituito un Osservatorio permanente sulle politiche culturali della città, che resta a disposizione per un possibile rapporto collaborativo con l’Amministrazione comunale, ove questa, nella fase di progettazione, volesse avvalersene.

Si riportano le deliberazioni che il Forum ha rimesso al sindaco, alla giunta e a tutti i consiglieri comunali, senza (finora) ottenere alcuna risposta.

  1. La chiusura delle biblioteche contrasta fortemente con l’aspirazione del Comune ad essere Ca­pitale della Cultura. Riaprire le biblioteche di quartiere risulta una decisione necessaria da per­seguire sia per non marginalizzare le periferie sia per garantire la continuità del servizio Biblio­tecario anche quando la Biblioteca centrale non è in funzione (ricordiamo che durante i lavori di ri-efficientamento energetico la Biblioteca è rimasta chiusa e quella centrale ad oggi lo è ancora; a fine settembre è stata riaperta la Biblioteca di Monticelli che però fornisce un servizio molto ridotto). Tutte le biblioteche della Città rappresentano l’unicum delle sue risorse culturali non meno del centro storico. Le biblioteche di quartiere devono rappresentare i satelliti di quella centrale anche per l’utilizzo degli spazi. A tal proposito, la Sovrintendenza archivistica e biblio­grafica delle Marche deve essere coinvolta in maniera più stringente per la tutela del patrimonio culturale della Città che vive un momento di grande degrado, come evidenziato dagli studiosi del Tavolo degli esperti.
  2. Formazione: il personale deve essere idoneo e preparato anche per eventuali soluzioni di esternalizzazione. Manca un direttore formato specificatamente per le finalità delle biblioteche.
  3. Spazi per il deposito libri: gli ambienti al piano terra usati come deposito vanno risanati e protetti dal fenomeno dell’umidità di risalita attraverso l’installazione di dispositivi adeguati (es. Domodry). I materiali presenti nel deposito vanno correttamente inventariati, catalogati, digita­lizzati, e archiviati.
  4. La eventuale scelta di esternalizzazione non deve seguire criteri di “risparmio” sui costi del personale: tali criteri sono falsi poiché il personale delocalizzato rimarrebbe ugualmente a carico del bilancio comunale. Detta scelta eventuale dovrebbe seguire unicamente il criterio del miglio­ramento dei servizi culturali da offrire ai cittadini.
  5. Bisogna scindere la gestione complessiva in due prospettive: quella dell’esternalizzazione pri­vatistica da quella pubblica. In nessun caso la gestione delle strutture culturali potrebbe essere affidata ai privati: detta gestione privatistica può riguardare, invece, i servizi e le strutture ac­cessorie del polo culturale e delle biblioteche di quartiere (custodia, manutenzione, servizi ecc..). A tal proposito, anche per una forma di esternalizzazione pubblica e di alta qualificazione, sa­rebbe opportuno il coinvolgimento del polo universitario. In ogni caso, deve essere garantita e preservata la gratuità della frequenza dei luoghi. Nessuno deve pagare per studiare. La Biblio­teca è un luogo di crescita culturale e questa è un diritto incomprimibile.
  6. Riqualificazione urgente dell’Archivio Iconografico, altro patrimonio di grande rilievo.
  7. Restauro immediato del materiale che si sta decomponendo.
  8. La struttura di S. Agostino è un importantissimo polo di aggregazione spontanea per il tessuto sociale della nostra città, questo valore andrà salvaguardato e non snaturato con attività “esclu­sive”. Il chiostro dovrà rimanere pubblico e aperto, al suo interno si dovrebbero organizzare attività e iniziative con una programmazione che miri a rafforzare e ricostruire un’offerta culturale valida per una città storica ed artistica come Ascoli. A tal fine necessita il recupero e la valoriz­zazione di tutti gli spazi che in essa sono compresi e la circondano e l’organizzazione di un programma culturale da perseguire coinvolgendo anche i cittadini stessi, valorizzandone saperi e capacità così da metterli a disposizione di tutta la città. Ogni decisione sulla destinazione degli spazi deve seguire un percorso pubblico, inclusivo e partecipativo.
  9. Si potrebbe proporre di riservare una quota dei bilanci per le diverse abilità, cercando di inclu­dere attività per bambini diversamente abili e richiedere materiale librario di sostegno a queste fasce più deboli (libri per ipovedenti e autistici ed altro).
  10. Il progetto per cui si forniscono queste indicazioni e questi criteri, deve essere un programma culturale di ampio respiro. La Biblioteca, infatti, non è solo per il territorio comunale: essa riveste una valenza provinciale e addirittura regionale. Non si possono far sfumare le opportunità di ricevere sostegni finanziari come purtroppo è accaduto anche con la mancata partecipazione della Biblioteca comunale al bando della direzione generale biblioteche del ministero della cul­tura per l’assegnazione del fondo per la promozione della lettura, tutela e valorizzazione del patrimonio librario 2021.
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