Si è riunito nella serata dell’11 marzo il Coordinamento provinciale di Italia Viva. Fra i punti all’ordine del giorno il lancio della campagna “1000 piazze per l’Italia”, annunciata da Matteo Renzi a Roma in occasione dell’Assemblea nazionale, che vedrà impegnato il partito in tutte le piazze d’Italia con banchetti e gazebo informativi, a testimonianza delle riforme promosse ed ottenute grazie all’impegno politico di ministri e parlamentari di Italia Viva. Primo fra tutti l’assegno unico universale, ma anche la riforma del fisco e tanto altro.
Il dibattito, molto sentito ed appassionato, ha trovato poi unanime condivisione nell’affermare che spesso si parla di sanità perdendo di vista il vero punto della questione, ovvero il malato, i suoi bisogni, le difficoltà di accesso alle cure, l’inadeguata distribuzione dei servizi, la necessità di ricorrere troppo spesso alle strutture private per avere risposte in tempi congrui.
Certamente unanime è stata la convinzione di tutti i presenti che la variabile demografica incide molto sulla tipologia e sulla distribuzione di strutture e presidi individuabili nel nostro territorio: come noto, pur nelle annunciate modifiche, l’impianto del D.M. 70 è mantenuto, con qualche piccolo vantaggio nel calcolo dei bacini di utenza, una estensione per le degenze semi-intensive, un ampliamento delle reti ospedaliere che da tre passano a sette. Purtroppo rimane invariato un parametro importante, cioè quello che attiene agli standard dei posti letto ospedalieri che vengono mantenuti nel limite dei 3,7 posti letto ogni 1000 abitanti, di cui 0,7 per le attività di riabilitazione e lungodegenza, con la previsione che dai posti letto di area medica e chirurgica sottoutilizzati vanno recuperati almeno 0,04 posti letto ogni 1000 abitanti di semintensiva critica. Inoltre, nei Piani Pandemici Regionali, si espande l’offerta ospedaliera fino a 0.14 posti letto di terapia intensiva ogni 1000 abitanti e a 0,07 posti ogni 1000 abitanti di terapia semintensiva.
Al netto di ciò, non si fa fatica a capire che il nostro territorio, con circa 220.000 abitanti, pur calcolando le zone limitrofe in attivo, non può che prevedere un solo presidio ospedaliero di 1^ livello che, attualmente, evidenzia un assetto di Area Vasta già definito ed organizzato dalla precedente Giunta Regionale.
Unanime è stato inoltre il parere dell’Assemblea nel condannare il continuo dibattere calcistico e campanilistico tra Ascoli e San Benedetto, assolutamente a svantaggio dei cittadini e dei malati, dibattito che sposta l’attenzione su posizioni di forza tra partiti, correnti e leader politici, allontanandolo dallo studio e dalla realizzazione virtuosa di progetti utili a dare al cittadino Piceno ciò che gli spetta.
Il recente Masterplan presentato dalla attuale Giunta Acquaroli, non fa che applicare ciò che prevede il PNRR per il capitolo Sanità, con la previsione di nuovi assetti territoriali (Case di Comunità, Ospedali di comunità e COT), assegnando risorse alle Aree Vaste, per un totale di 68 milioni di euro. Una operazione dettata da una azione di Governo, con una distribuzione per aree, purtroppo, molto sostanziosa per le Aree di Ancona, Pesaro e Macerata, e fortemente ridotta per l’Area Vasta 5 che, senza equivoco alcuno, continua a rimanere la Cenerentola delle Marche.
Non trascurabile infine il grave problema del personale: assolutamente insufficiente per coprire l’operatività di reparti nei quali medici ed infermieri sono costretti a coprire turni h24 con orari estenuanti. Ci chiediamo se oltre alla illustrazione della Rete Territoriale e di edilizia sanitaria la Giunta Acquaroli ha previsto le quote di impiego di nuovo personale nelle strutture annunciate nell’ultima conferenza stampa.