di Giovanni Giacomini, Sandro Conti e Aldo Pizzingrilli
Se i risultati non vengono è sempre colpa del complotto
Come sempre capita quando c’è una sconfitta bruciante, e la mancata assegnazione del titolo di capitale della cultura lo è, sono subito spuntati fuori i “complottisti”: La mancata assegnazione non è colpa di Ascoli, ma di chi ha lavorato nell’ombra per non favorirla. In questi giorni ad esempio viene fuori un rapporto strettissimo di amicizia, se non di complotto appunto, fra il ministro Franceschini e il sindaco di Pesaro Ricci. Ci sono state adesioni a questo fronte che non ti saresti mai aspettato. Personalmente credo ad Andrea Ferrante (il figlio dell’indimenticato senatore) che in un post di qualche giorno fa sottolineava (nella sua veste di assessore alla cultura di Pisa) come il capoluogo toscano per ben due volte non ce l’abbia fatta a conquistare l’ambito titolo. Questo non perché la città sia amministrata dal centrodestra o perché non c’erano amici del ministro, ma perché il progetto presentato dai concorrenti era “fortissimo”. Mi piacerebbe che anche ad Ascoli si facesse una sana autocritica.
Comunque l’argomento città della cultura sta ormai svanendo di fronte all’offensiva delle strisce blu che hanno trasformato uno dei quartieri più belli della città in un enorme parcheggio a pagamento in grado di ospitare oltre 700 auto. Un’invasione questa che ha scatenato i social che sono pieni di immagini di operai impegnati a requisire tutti gli spazi che potevano ospitare gratis le auto e spesso protagonisti se non di involontario umorismo come i cartelli che annunciano che la sosta sarà a pagamento e che citano un’ordinanza del comune di Foligno.
Ecco anche in questo caso mi piacerebbe che ci fosse un’autocritica dell’amministrazione per dire (visto che l’attività preferita del sindaco è quella di esternare) che ingabbiare un intero quartiere in un reticolo di linee blu non è la migliore delle situazioni possibili e che un piano serio del traffico (con le variabili legate alla presenza della Saba) sarebbe stato più utile e logico e non interventi a spot.
La foto che pubblichiamo è quella di un’originale spazio delimitato per le moto in via Trieste. Anche questa immagine testimonia l’ennesimo annuncio a vuoto. Questa strada, importantissima, doveva essere riasfaltata e privata delle buche entro maggio. Ma tracce di lavoro non se ne vedono. Sarà anche questo tema per i complottisti nostrani?
Giovanni Giacomini
Gli ululati alla luna
Chi ci segue sa bene che non siamo mai stati, e non lo saremo anche in futuro, teneri con il sindaco Fioravanti e la sua giunta. Ma che l’opposizione in consiglio, tramite il capogruppo Pd Ameli, voglia addossare al Sindaco tutte le colpe della mancata assegnazione a Capitale della Cultura Italiana 2024, ci pare a dir poco fuori luogo. Ameli chiede che vengano desecretati i contenuti del dossier presentato alla commissione esaminatrice e di trasferire la discussione in consiglio: sarà accontentato. Infatti Fioravanti ha annunciato che il 31 marzo procederà a renderlo pubblico.
Forse qualche errore nella compilazione sarà stato anche commesso ma resta il fatto che, a nostro parere, il dossier c’entra come… i cavoli a merenda. Ossia le motivazioni dell’assegnazione a Pesaro vanno ricercate in altre direzioni. Per esempio la potente sponsorizzazione, in termini di euro, da parte di una ditta pesarese, o testimonial come la Segre e Letta, o qualche santo in paradiso di cui parlava il notaio Cappelli. Resta l’amaro in bocca, nonostante lo “zuccherino” dei complimenti che si sono affrettati a fare a noi e a Vicenza.
In ogni competizione c’è chi vince e chi perde ed anche i favoriti a volte finiscono con il lasciarci le penne. La sconfitta, se così vogliamo ritenerla, va accettata anche se obtorto collo e allestire per convenienza politica un processo in… contumacia appare quanto mai ridicolo.
Vicenza ha detto subito che quello che era stato programmato lo realizzeranno, facciamolo anche noi e dimostriamo che non abbiamo bisogno di aiuti “soprannaturali” per far conoscere la nostra città. Basta saper sfruttare le sue risorse naturali e uniche, con un po’ di fantasia si possono fare grandi cose, come abbiamo già dimostrato per tanti anni. L’importante è che si riesca a creare qualcosa per cui il turista, italiano e straniero, debba venire solo in Ascoli per vederlo.
Sindaco Fioravanti, ha due anni di tempo per trovare le dovute coperture di bilancio, ci creda e ci faccia credere anche i possibili sponsor. Vada avanti a testa alta e lasci che ululino… alla luna.
Sandro Conti
Adesso basta!
Abbiamo raccontato l’audizione, poi la proclamazione e infine le polemiche che hanno fatto seguito alla non vittoria. Adesso scriviamo la parola “basta”. Da questo momento la storia della Capitale della Cultura avrà spazio solo se con discorsi seri. La cagnara che si è creata in questi giorni è deplorevole e, soprattutto, controproducente, perché non porta da nessuna parte.
Complotti, presunzione, giochetti… e se invece fosse semplicemente che qualcuno è stato migliore di noi? E poi riconosciamolo una buona volta, siamo una città ancora provinciale, che pensa di farsi forza con la Quintana e il Carnevale. Ma veramente pensate che ci sia partita con il Rossini Opera Festival? O poteva starci con il Festival Pucciniano di Torre del Lago arruolato da Grosseto? O delle ricchissime stagioni teatrali di Siracusa o Vicenza? Via, siamo seri e accettiamo la sconfitta. Con dignità.
Non servono processi, ma riflessioni attente e, se si hanno le competenze, le capacità e le cognizioni, si facciano proposte concrete, non fantasie, ben sapendo che Ascoli è stata, è, e sarà anche quando noi saremo passati. Di noi si perderanno le tracce, di Ascoli rimarrà la bellezza e la sua storia.
O ha ragione ancora Cecco? Alteri, occulti son li tuoi figliuoli / e timidi in cospetto delle genti; / invidiosi son pur tra lor soli. / O ascolani, uomini incostanti…
Aldo Pizzingrilli