Ascoli, “È gradita la camicia nera”: presentato il libro di Paolo Berizzi

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E oggi, a un secolo dalla Marcia su Roma, il fascismo torna periodicamente protagonista delle cronache, segnando la politica e la società con una presenza che non si può ignorare”. Così termina la presentazione del recentissimo libro dello storico Mimmo Franzinelli dal titolo “Il fascismo è finito il 25 aprile 1945” uscito per Laterza nella collana Fact Checking. L’obiettivo dell’autore è quello di “smontare uno dei luoghi comuni più duraturo della storia repubblicana, ovvero quello secondo il quale il fascismo è morto e sepolto da fine aprile 1945”.

Oggi parliamo, però, di un libro complementare e di matrice giornalistica: l’autore è Paolo Berizzi, dal 2000 a Repubblica e noto per le sue inchieste sul neofascismo che da anni lo costringono a vivere sotto scorta. È stato presentato ad Ascoli Piceno, a cura del comitato civico Ascolto & Partecipazione. “Hanno strappato i manifesti di quest’incontro, ma noi siamo qui, non sono riusciti a oscurarci. Proprio vero che i fascisti sul terreno dei libri non sono a loro agio, loro d’altronde i libri li bruciavano”. Il titolo del libro “È gradita la camicia nera” richiama l’espressione presente in una mail del Comune utilizzata dal presidente della municipalizzata veronese Amt Massimo Mariotti. L’invito riguardava i festeggiamenti per il 28 ottobre 1922, anniversario della Marcia su Roma. No, la cena di Acquasanta Terme non è stato un unicum.

Credo che la cena di Acquasanta, che io ho portato alla ribalta nazionale, abbia rappresentato un salto di qualità per un partito, come Fratelli d’Italia, che si candida a governare il nostro Paese e che i sondaggi danno a percentuali rilevantissime. Questo partito parla di destra moderna, ma poi i suoi dirigenti commemorano la presa del potere di Mussolini. Quando si è iniziato a parlare della cena – a livello nazionale – si sono prese con imbarazzo le distanze, ma alla cena c’erano esponenti di spicco come il futuro presidente della Regione Francesco Acquaroli, il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti, il coordinatore provinciale Luigi Capriotti, che era l’organizzatore, e poi i rappresentanti nelle istituzioni di tutta la provincia. Tutti insieme a cena con i menu raffiguranti il simbolo del partito accanto al busto di Mussolini, al fascio littorio e a frasi inneggianti al fascismo”.

E Berizzi, scherzando ma non troppo ha concluso: “Chissà cosa organizzeranno per il centenario ora… Al di là delle scuse ridicole che gli esponenti politici locali hanno usato (‘passavo di lì per caso’, ‘sono stato poco e non ho guardato i menu’ ecc.) quella cena di parla di un elemento cardine della situazione italiana, che è al centro del mio libro: la normalizzazione, lo sdoganamento del fascismo e dei fascisti”. Il libro però non parla di Ascoli Piceno, “anche se avrebbe potuto. Così come per tante, troppe altre città. Ho scelto Verona non per caso, ma perché quella città è un caso unico: da anni e sempre di più è il laboratorio dell’estrema destra italiana. Lì la destra di ispirazione neofascista e neonazista non è un fatto laterale ma sta al centro della scena politica”.

Infatti “ex skinhead, organizzatori di festival nazirock, capi ultrà che inneggiano a Hitler ed estremisti cattolici sono entrati in Consiglio comunale dalla porta principale: candidandosi e venendo eletti nelle liste degli ultimi sindaci. La destra istituzionale, il tradizionalismo religioso e gli estremisti di destra si sono saldati in un unico blocco”. Il libro parte da lontano, dai tempi della Repubblica di Salò, di cui Verona fu una delle capitali, e ancora prima dal 1919, dalla fondazione del “Fascio terzogenito”, nato due giorni dopo la fondazione dei Fasci di combattimento in piazza San Sepolcro a Milano, per arrivare alla contemporaneità in quel brodo di coltura che ha nutrito l’eversione nera da Ordine Nuovo alla Rosa dei venti fino al Fronte Nazionale di Franco Freda. Senza dimenticare il Veneto Fronte Skinhead e i due serial killer che, firmandosi Ludwig, avevano come obiettivo quello di ripulire il mondo “dalla feccia morale e sociale”, annientando prostitute, omosessuali, senzatetto, tossicodipendenti, presunti viziosi e perfino “preti scomodi” perché progressisti.

Viaggio dentro Verona dove "la camicia nera è gradita e tollerata": un  libro inchiesta racconta l'estrema destra

Non è un caso, quindi, se è proprio a Verona che si è tenuto il Congresso nazionale delle famiglie che, nel 2019, riunì il movimento globale antiabortista, antifemminista e anti-LGBTQI ed ebbe sul palco tanti dei leader del centrodestra nazionale. “È una città con la disoccupazione fra le più basse d’Italia e i tassi di abbandono scolastico fra i più alti. Questo fa capire molte cose. Occorre stare molto attenti perché se il modello diventa esportabile, la salute della nostra democrazia sarà in pericolo. Il mio libro serve a conoscere un fenomeno, elemento imprescindibile se vuoi contrastarlo”.

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