Più auto in circolazione e un crollo quasi uniforme nell’utilizzo del trasporto pubblico. Livelli di smog e di perdite lungo la rete idrica che rimangono agli stessi preoccupanti valori dell’anno precedente. “I numeri di Ecosistema Urbano del primo anno dell’era Covid-19 sono per certi versi impietosi. Il rapporto fotografa un Paese fermo, che torna addirittura indietro su alcuni indicatori ambientali” ha ricordato il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani.
Ci sono due città marchigiane nelle top venti: Macerata, passata dalla 19° posizione alla 15°, prima nelle Marche, e Pesaro, dal 20° posto al 19°. In retrocessione rispetto alla classifica dello scorso anno Ancona, che perde ben 29 posizioni, passando dal 44° posto al 73°. Miglioramento per Ascoli Piceno che guadagna 7 posizioni, passando dal 69° posto del 2020, al 62°.
Sono 18 gli indicatori selezionati quest’anno per confrontare tra loro i 105 capoluoghi di provincia italiani. L’insieme degli indicatori selezionati per la graduatoria complessiva copre sei principali componenti ambientali presenti in una città: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia. Tre indici sulla qualità dell’aria (concentrazioni di polveri sottili, biossido di azoto e ozono), tre sulla gestione delle acque (consumi idrici domestici, dispersione della rete e depurazione), due sui rifiuti (produzione e raccolta differenziata), due sul trasporto pubblico (il primo sull’offerta, il secondo sull’uso che ne fa la popolazione), tre sulla mobilità (tasso di motorizzazione auto, piste ciclabili e isole pedonali), uno sul verde urbano, uno sull’incidentalità stradale, uno sulle energie rinnovabili e uno sull’uso efficiente del suolo. Anche quest’anno è stato inserito l’indicatore relativo alla presenza di alberi in area urbana, dato che tutti i comuni sopra i 15mila abitanti sarebbero tenuti a contabilizzare, come previsto dalla legge 10/2013. Nel computo complessivo va considerata infine l’assegnazione di un punteggio addizionale (in termini di punti percentuali aggiuntivi) per quelle città che si contraddistinguono in termini di politiche innovative, gestione efficiente delle risorse e risultati raggiunti in quattro ambiti: recupero e gestione acque, ciclo dei rifiuti, efficienza di gestione del trasporto pubblico, modal share.
A fronte di un punteggio massimo teorico di 100, la media percentuale totalizzata dai centri urbani nel 2020 rimane ferma al 53,05%, identica a quella della scorsa edizione. La situazione di Ascoli è inferiore alla media italiana, a causa di prestazioni insufficienti in gran parte degli indicatori presi in considerazione. A pesare sulla città, il basso utilizzo da parte dei cittadini del trasporto pubblico locale (solo 22 viaggi per abitante all’anno), l’alto numero di morti/feriti ogni 1000 abitanti (7,7) e l’alto tasso di motorizzazione auto (72 auto circolanti ogni 100 abitanti). Scarso anche il patrimonio di aree verdi, disponibili per ciascun cittadino, presente sul territorio comunale (9,6 mq ad abitante). Troppi i 483 kg di media i rifiuti prodotti annualmente dai residenti ma per fortuna la raccolta differenziata sfiora il 64%. Per quanto riguarda la qualità dell’aria, nel complesso performance sufficiente.