Giornate spezzatino, orari impossibili: nel calcio comanda la televisione

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Per scrivere la parola fine al girone di andata in serie B manca una sola casella che il 26 dicembre verrà riempita con la trasferta di Terni. Aspettiamo ancora qualche giorno per poi fare un punto sul girone di andata dei bianconeri, che vi anticipo, per me è stato positivo.

Un dato dovrebbe far riflettere le società e forse anche il governo del calcio: il numero di spettatori. Ma è proprio necessario far giocare il sabato alle 14?

La scelta nacque lo scorso anno in piena pandemia, stadi chiusi e necessità di anticipare i rientri delle squadre, per qualcuno c’era il desiderio di riunire le famiglie a tavola per guardare le partite. Ma vi domando: avete mai visto una partita di calcio della squadra del cuore a casa mentre pranzate col rischio di mandare di traverso un boccone per un gol mancato o un rigore non concesso, io in 50 anni non l’ho mai vista, forse in pizzeria con gli amici qualche posticipo del sabato, ma nulla più. Il sabato alle 14 non agevola lo spettatore per ovvi motivi lavorativi o per difficoltà oggettiva legata anche alla normale routine familiare. Ascoli è il chiaro esempio di come far impazzire una città per un capriccio televisivo. Nella fascia 12-14 è prevista l’uscita dalle scuole e tra chi torna a casa e chi va allo stadio, il risultato è un delirio. Numeri alla mano, il calcio di sabato alle 14 è un flop, la dimostrazione si è avuta in occasione di Ascoli – Parma, giocatasi di domenica, dove si è registrato il record stagionale di presenze, quasi 7000. Merito di Buffon o del buon momento dell’Ascoli? Chi può dirlo, fatto sta che c’era il doppio delle presenze medie di questa stagione. Ma chi decide tutto ciò? La lega di B… qualcuno potrebbe pensare, ma non è così o perlomeno ci dicono che a comandare, oggi nel calcio sono le tv. A quanto pare non è bastata una stagione senza pubblico per far capire a tutti che il calcio ha bisogno delle sue certezze ed una di queste sono certamente i tifosi.   

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