Ecco L’italiana in Algeri: il Ventidio Basso riparte da Rossini

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La Lirica come uno dei punti di forza dei programmi del capoluogo piceno, tra le principali prerogative volte a fare della città di Ascoli la Capitale della Cultura 2024. L’obiettivo è stato ribadito nel corso della conferenza di presentazione dell’allestimento dell’opera “L’Italiana in Algeri” di Giocchino Rossini, che approderà al Teatro Ventidio Basso, la sera di sabato 19 febbraio ore 20 e 30, preceduta da un’anteprima riservata ai giovani, nel pomeriggio di giovedì 17 febbraio. La messinscena del capolavoro rossiniano, che rientra nell’operato della Fondazione Rete Lirica delle Marche, giunge sul palcoscenico del Massimo  ascolano in questa stagione 2021-2022 dopo l’esperienza vissuta recentemente con le scuole con l’adattamento del “Rigoletto di Giuseppe Verdi e la proposta di Bohème” di Giacomo Puccini.

L’incontro, alla presenza del direttore artistico della Fondazione, il maestro Alessio Vlad e del presidente, l’avvocato Francesco Ciabattoni, nel parlare di questa nuova edizione de “L’Italiana in Algeri”, ha sviscerato le peculiarità di un titolo che già calcato con successo il palcoscenico del Teatro della Fortuna di Fano e del Teatro dell’Aquila di Fermo, un allestimento recuperato dal 2020 quando, alla vigilia del debutto, i teatri furono chiusi per contrastare la pandemia. La ripresa di questa produzione, la cui “prima” sarebbe coincisa proprio con il primo giorno di lockdown di due anni fa, vuole essere il simbolo della lotta portata avanti dai teatri in questi anni difficili e sottolineare la volontà della Fondazione di mantenere gli impegni con gli artisti e le maestranze coinvolte. Inoltre, desidera essere un segnale di ripresa e di investimento, in particolare, su quel che Ascoli intende progettare a breve, prevedendo già un grande lavoro lirico in piazza del Popolo la prossima estate e l’ipotesi di lavorare presto ad un “Macbeth”di Giuseppe Verdi con la regia di Pier Luigi Pizzi.

Lo spettacolo che vedremo, una produzione impegnativa, è firmato da Cecilia Ligorio, regista, librettista, attrice e drammaturga veronese e vedrà sul podio l’Orchestra Sinfonica “ Rossini”, l’energia e la brillantezza di un astro emergente come Ferdinando Sulla. Le scene sono di Gregorio Zurla, i costumi di Vera Pierantoni Giua, le luci di Fabrizio Gobbi. Il Coro è quello del Teatro della Fortuna preparato da Mirca Rosciani. Il cast vede si avvale della più accreditata fucina di talenti rossiniani, l’Accademia Rossiniana “Alberto Zedda” di Pesaro: Nicolò Donini (Mustafà), Shanul Sharma (Lindoro), Francesca Di Sauro (Isabella), Lara Lagni (Elvira), Mariangela Marini (Zulma), Pablo Gálvez (Haly), Ramiro Maturana (Taddeo).

“L’Italiana in Algeri”, è una delle opere più celebri del repertorio del musicista, che venne rappresentata per la prima volta al Teatro di San Benedetto di Venezia il 22 maggio del 1813. Il titolo viene considerato come uno dei massimi contributi per il rinnovamento dell’opera buffa italiana grazie a un nuovo stile nell’organizzazione dei numeri comici e nell’orchestrazione delle scene d’insieme. Fu in repertorio per tutto l’Ottocento, poi il lavoro lentamente smise di essere rappresentato sino agli anni Venti del ‘900 per riconquistare un posto fra le opere più rappresentate negli ultimi anni.

La trama del libretto di Angelo Anelli narra le vicende a lieto fine di Isabella, giovane italiana, catturata dai corsari del Bey Mustafà, desideroso di cambiare moglie. Isabella incontra alla corte del Bey il suo amato Lindoro, sulle cui tracce si era messa in viaggio. Per attuare il piano di fuga e poter rientrare così in Italia, i due mettono in atto una finta cerimonia stuzzicando la vanità di Mustafà: distraendolo dall’intento principale, trovano la via di casa sotto gli occhi increduli del Bey, al quale non rimane altro che ritrovare l’amore fra le braccia della moglie Elvira.

Puntando sulle caratteristiche identificative dell’opera, quindi sui suoi numeri musicali e sulle atmosfere esotiche, Cecilia Ligorio ha immaginato un’ambientazione che trae ispirazione da una delle forme di intrattenimento più diffuse del primo ‘900: il cabaret. “Proprio come succede ne ‘L’Italiana in Algeri’, anche nel cabaret il ruolo della donna era duplice: se da una parte rappresentava il centro intorno al quale si costruiva il desiderio, dall’altra, investita di questo ruolo, essa esercitava il potere di sottrarsi o concedersi agli sguardi del pubblico” ha affermato Cecilia Ligorio, ricordando che nel cabaret si oscillava tra lo stereotipo della donna oggetto e la figura nuova e sorprendente di una donna libera di esprimersi nella piena autonomia e indipendenza della propria persona: dalla nudità all’ambiguità di genere, senza per questo incorrere in giudizi accusatori e senza subire umiliazione.

Donna-angelo, donna-selvaggia, donna-uomo: pensiamo ad esempio a Marlene Dietrich o al gioco di genere di Julie Andrews in Victor Victoria” ha spiegato la regista e drammaturga, ricordando che anche la rossiniana e intelligente Isabella gioca con Mustafà in una simile maniera, accettando lo stereotipo che questi le attribuisce, quello di donna pronta a soddisfare i piaceri dell’uomo, facendone la sua arma, usando il proprio potere di seduzione come strumento di controllo, ribaltando i ruoli. “Isabella dimostra a tutti, che non serve essere uomo per portare i pantaloni” ha concluso la Ligorio, certa della necessità di questa interpretazione dell’opera rossiniana, il cui arrivo nel capoluogo piceno rappresenta la continuità di un genere sempre molto amato dal pubblico.

Lo scopo è anche formare i giovani alla Lirica” ha evidenziato il presidente della Rete Lirica delle Marche Francesco Ciabattoni, convinto che tutto ciò rappresenti un importante progetto di sviluppo della città. “Il timore del Covid sta frenando le scuole in relazione alle prenotazioni dei ragazzi all’anteprima” ha infine detto l’assessore Donatella Ferretti, annunciando per l’occasione la possibilità dell’ingresso alla rappresentazione pomeridiana del 17 febbraio ad ogni ragazzo in età scolare anche se accompagnato da un genitore, potendo usufruire dello stesso prezzo di ingresso inizialmente pattuito per i ragazzi con i gruppi scolastici, vale a dire di 5 euro, mentre per gli adulti sarà di 20 euro.    

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