Forza Ascoli, ora o mai più

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Pensavo di dover fare una noiosa due giorni davanti al computer, quando mi è stato chiesto di seguire le audizioni per la Capitale della Cultura 2024 e, invece, ho dovuto ricredermi. Non che sia stato un divertimento, mentirei perché sentire per due giorni sempre le stesse cose, o quasi, alla fine si finisce intronato, ma di certo ho avuto modo di ammirare bellezze che in molti casi neppure sapevo che esistessero. La bellezza, appunto, tema fondante per tutte le candidate.

Se per Fedor Dostoevskij “la bellezza salverà il mondo”, Alda Merini, nella sua lucida pazzia, l’ha definita secondo un lemma poetico: “La bellezza non è che il disvelamento di una tenebra caduta e della luce che ne è venuta fuori”. Che durezza di linguaggio per un inusuale pensiero: da una tenebra, che rimanda a qualcosa di terribile, nasce nientemeno che la luce. La luce della Bellezza, appunto il  tema ricorrente delle audizioni delle dieci finaliste, a cui a volte a ragione altre in modo pretestuoso e arzigogolato si sono aggiunti patrimonio materiale e immateriale, natura, turismo, innovazione, tecnologie, come se tutti si fossero passati parola per confondere la Commissione.  

Di Ascoli ho detto ampiamente nei giorni scorsi, oggi sintetizzo le altre finaliste. 

CHIOGGIA 

Con questa candidatura Chioggia punta a scrollarsi di dosso la definizione di “piccola Venezia“ e di dimostrarsi capace di vivere di luce propria, vantando una storia secolare di altissimo valore, in cui la dimensione ambientale si intreccia con quella culturale. Si tratta di un dossier partito dal basso e non piovuto dall’alto, che è riuscito nel miracolo di unireassociazioni storicamente in competizione.  

VICENZA  

La cultura è una bella invenzione, recita il titolo che accompagna il dossier del progetto vicentino. Un claim nato dallo studio dei Quattro Libri dell’Architettura di Andrea Palladio, cogliendo il particolare significato che egli attribuiva alla parola “invenzione”, nel senso di costruzione e di creazione frutto dell’ingegno, al centro di tutti i processi creativi, che oggi, come 500 anni prima rendono la Provincia vicentina una capitale dell’Invenzione culturale, sociale ed economica”.

GROSSETO 

Naturalmente culturale, un titolo apparentemente banale ma che vuole porre Grosseto e la Maremma al centro di un “palinsesto culturale e naturale” con l’obiettivo di promuovere un patrimonio poco conosciuto, anche attraverso il coinvolgimento della cittadinanza, che favorisca una maggiore consapevolezza dei luoghi che si abitano e il coinvolgimento delle aziende locali, delle grandi cantine e degli operatori della filiera ricettiva e turistica. 

VIAREGGIO 

Fantasia e leggerezza, azioni tipiche di una città giovane con una quantità incredibile di qualità: un passato recentissimo che da subito l’ha vista al centro della vita culturale italiana, precorrendo i tempi con i primi stabilimenti balneari e poi punto di riferimento per la letteratura, il cinema, la musica, la pittura. E per meglio chiarire, con qualche appropriazione indebita, hanno parlato dei grandi eventi, dal Festival Puccini, al Premio Rèpaci, al Carnevale..

SIRACUSA

Il profilo della ninfa Aretusa con i capelli colore del mare che diventa una QR code, è il logo, un simbolo dai chiari riferimenti: il legame tra la gloriosa storia antica e la modernità, con un claim, Città d’Acqua e di Luce, che richiama i due elementi caratterizzanti della città di   Archimede”. Inopportuna invece la sgradevole presunzione di definrisi ”l’unica candidata ad avere già previsto nel dossier un logo capace di essere sintesi dell’intero progetto”.  

MESAGNE  

L’Umana Meraviglia. che l’Accademia di Belle Arti di Lecce ha riconosciuto punto di riferimento per la vita culturale del territorio. Un’apprezzabile posizione assunta dall’Accademia, ma che ha il sapore di chi se la canta e se la suona da solo. Più interessante invece il supporto di artisti come i Boomdabash, gli attori Vanessa Scalera, Imma Tataranni e Sergio Rubini, riuniti in un apposito comitato promotore.

PESARO  

Come il capoluogo Piceno, anche Pesaro ha coinvolto i 50 Comuni della Provincia e il sistema di enti, associazioni e professionisti della cultura con cui la città ha intrecciato negli anni rapporti ormai solidi, con l’obiettivo di trasformare l’identità inconsapevole in consapevole e partecipativa. Il progetto nasce dalle celebrazioni per il 150esimo della morte di Rossini e, a seguito del riconoscimento di Città Creativa Unesco, punta a diventare Città europea della Cultura 2033.

SESTRI LEVANTE CON IL TIGULLIO  

Il titolo del dossier è Atlante culturale del Tigullio e si basa su una mappatura di tutte le peculiarità del territorio. Si tratta di un’esperienza che per la prima volta unisce le amministrazioni, il mondo associativo e quello accademico nella realizzazione di progetti che mettono al centro la cultura del territorio nelle sue molteplici peculiarità e che si pongono anche l’obiettivo di promuovere sviluppo e crescita con un valore aggiunto per tutta la comunità.

UNIONE DEI COMUNI PAESTUM-ALTO CILENTO (SA) 

L’obiettivo postosi dai promotori è affermare un concetto di cultura che sia capace di promuovere e valorizzare in chiave sistemica il patrimonio materiale e immateriale del territorio. Un patrimonio che va dalle eccellenze enogastronomiche ai saperi dell’artigianato, dalla unicità del patrimonio archeologico al fascino di luoghi di inestimabile pregio ambientale e paesaggistico, con la cultura in un ruolo fondamentale nelle scelte di rilancio dei territori dell’Unione.

Quante possibilità ha Ascoli? Difficile dirlo. Dopo averle sentite tutte, ognuna ha validi motivi per vincere e fossi nella Commissione sarei in forte imbarazzo. C’è però un particolare che dovrebbe essere dirimente: credibilità e concretezza. Sarò tacciato di campanilismo, ma mi è parso che Ascoli li abbia centrati entrambi. Altri sono stati fumosi, qualcuno spocchioso se non borioso, uno elementare. Ecco proprio quest’ultimo (Chioggia per la precisione) mi ha colpito per la sua ingenua speranza: fatto da singoli cittadini, venuto dal basso e senza alcuna smania di apparire più di quello che è. Non vincerà, non ne ha la forza, ma meriterebbe che qualcuno ne tessesse l’elogio, se non altro per essere arrivata in finale senza sperperare denaro pubblico e senza sbandierare personaggi ed eventi arraffati qua e la. 

Entro il 29 marzo sapremo il nome. Forza Ascoli, ora o mani più.

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