“Sisma pandemia e ora una crisi internazionale. È chiaro che dopo un lungo periodo in cui le emergenze hanno svolto un ruolo protagonista nel quotidiano della città ci sia necessità di una sinergia e di uno sforzo congiunto per programmarne il necessario rilancio.
Su questo aspetto vi è assoluta convergenza di molte forze politiche, che proprio attorno ad un progetto di sviluppo e rilancio per Ascoli stanno iniziando a lavorare, individuando un percorso costruito sulla base di obiettivi comuni.
Si allarga dunque il fronte centrista a seguito di una serie di incontri avuti con i referenti di Azione, formazione politica che fa capo a livello nazionale a Carlo Calenda. Concretezza e pragmatismo come elementi imprescindibili per il gruppo di lavoro che si sta costituendo in questi giorni e che vede tra i caldeggiatori Italia Viva e una nutrita componente civica. Obiettivo dichiarato è lavorare sin da subito su temi concreti che riguardano il capoluogo piceno: il rilancio della città dopo il sisma e la crisi sanitaria che ha compromesso ulteriormente la già precaria economia cittadina, il ripensamento del ruolo del centro storico, l’attenzione alle periferie alla luce del ruolo sempre più strategico che andranno ad assumere, l’utilizzo dei fondi europei, non soltanto quelli del PNRR ma anche i fondi strutturali, rispetto ai quali, solo occasionalmente è stata colta l’opportunità.
A tal fine la necessità di dare vita ad un soggetto che operi in raccordo con gli altri livelli istituzionali con l’obiettivo di coadiuvare le varie componenti del territorio (imprese, enti locali, terzo settore) nell’intercettazione di tali risorse appare non rinviabile: tale soggetto dovrà avere carattere strutturale nella consapevolezza che l’appartenenza all’Unione Europea sia una certezza e un’opportunità per tutti e che tale opportunità vada utilizzata sino in fondo. In questo progetto la città di Ascoli dovrà necessariamente avere un ruolo da protagonista, quello si confà ad un capoluogo, in stretta sinergia con i livelli istituzionali di rango superiore che hanno funzioni di programmazione.
In un simile contesto sarà imprescindibile monitorare il processo di ricostruzione post sisma e soprattutto pensare a quale vocazione dovrà avere la città del futuro: a fronte di una evidente deindustrializzazione che procede ormai da anni, sarà necessario individuare ulteriori leve di sviluppo. Non sarà sufficiente, per quanto fondamentale, destagionalizzare i flussi turistici, ma trovare anche ulteriori asset. Il potenziamento dell’offerta universitaria e soprattutto post universitaria rappresenta ad esempio una scelta strategica non più rinviabile. Per fare ciò però è necessario attivare e consolidare relazioni con gli altri livelli istituzionali coinvolti: sono evidenti le lacune in tal senso nell’attuale gestione della città.
Una città di cui gli amministratori finora non hanno ben compreso le potenzialità, e che ha avuto sinora molto meno di ciò di cui era all’altezza: per invertire questa rotta si inizia a lavorare sin da subito con tutti coloro che vogliono esserci per offrire agli ascolani e ai giovani il futuro che meritano davvero.
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