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18 giugno. Un sabato estivo, un fine settimana da godersi al mare o in montagna, con quelle toccate e fuga che preparano alle tanto sospirate, programmate, attese ferie estive.

E il Covid? E’ bastato che allentasse un po’ la presa che, con estrema facilità ci siamo dimenticati di quello che in questi due anni ha combinato e abbiamo ripreso da dove avevamo lasciato: niente più mascherine, niente più distanze, niente più risposte di quel decalogo che tanto ci ha aiutati a mitigare gli effetti catastrofici del virus. Come se bastasse un decreto, più o meno demenziale della politica per mandarlo in vacanza.

Ieri gli esperti, da qualche tempo in astinenza di apparizione in video, hanno ricominciato a lanciare l’allarme. Per ora appena sussurrato, ma quanto basta per dire che il pericolo non è passato e che a settembre raccoglieremo i cocci di queste scellerate decisioni.

Naturalmente capire da che parte sta la verità è sempre complicata, anche perché se da un lato i politici, sempre attenti alle proteste delle categorie, spingono per riaprire tutto, dall’altra sempre gli stessi sono già pronti a pontificare che non si doveva fare.

Ponzio Pilato? Era un povero dilettante allo sbaraglio.

Per conto mio Vi consiglio prudenza e, se potete, non dimenticate le precauzioni che avevamo imparato. Meglio soffrire un po’ adesso che morire dopo.

Buona estate a tutti. Noi ci fermiamo qui.

Non sono riuscito a trovare un lavoro serio, così ho fatto il giornalista

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