1 minuto di lettura

All well in the potato patch?” Direbbe un inglese. “Tutto bene nel campo di patate?” Bene?Benissimo, risponderebbe l’ascolano. O anche alla Barelò “e che ce revuò nu pulle?”

Ad Ascoli si gioca su un campo spelacchiato, dove l’erba è solo un ricordo, il pallone una saponetta e gli infortuni non si contano.

Non so perché, ma mi viene in mente la canzone “Papaveri e papere”. In vero gli accostamenti sono tanti, dai simbolismi sulla differente altezza (sarebbe il tasso tecnico) alle papere, e ce ne sarebbero così tanti che un filosofo andrebbe a nozze per farne una lezione. 

“Papaveri e papere” allora? Perché no. In Ascoli – Cagliari le papere ci sono state, i papaveri cresceranno e paperina Ascoli continuerà a cercare il suo papaverino, che un colpo di vento in alto portò.…  

Morale. Sarà pure un campo di patate, dove se i papaveri volano via, e i paperini sguazzano, “un giorno di maggio che dirvi non so, avvenne poi quello che ognuno pensò…”

*P.S. – A maggio finiscono i campionati e a maggio si conoscono i verdetti… Forza Ascoli!

Non sono riuscito a trovare un lavoro serio, così ho fatto il giornalista

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Previous Story

Arbitro perfetto, campo una schifezza, Ascoli una roccia e il Cagliari torna con i piedi in terra

Next Story

Ultime da