“Battete forte le mani, non fatevi intimorire dalla bellezza di questo posto”: De Gregori in concerto

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Un paio di pantaloni di jeans, una maglietta e un berretto verde. E’ così che uno dei più grandi cantautori del panorama italiano si è presentato il 21 Agosto allo Sferisterio di Macerata.

Francesco De Gregori, un artista che non ha certo bisogno di presentazioni, alle 21.15 sale sul palco e subito l’atmosfera cambia, come se quell’uomo possedesse attorno a sé un’aurea particolare, e d’improvviso si fa tutto più intimo, nostalgico e poetico al tempo stesso; un po’ come se ci fosse tuo nonno sul bordo del letto o ai piedi di un caminetto a cantare racconti poetici.

Niente di più che una chitarra, un’armonica e la voce, è così che Francesco ha iniziato il suo concerto dimostrando a tutti che non serve molto per tenere incollato a sé un intero teatro e tra qualche canzone e degli scambi di aneddoti divertenti sulla sua gioventù, il pubblico si è piano piano reso conto che davanti a sé si trovava un De Gregori ragazzino ancora innamorato della musica, e che infondo, nonostante l’aspetto possa ingannare, non è mai invecchiato nemmeno di un giorno! Si forse sul volto si vedono benissimo i 50 anni di carriera e nei suoi modi la professionalità di un poeta, ma la sua voce non lo ha ancora tradito e non lo farà per molto.

E così con tre canzoni voce e chitarra (A Lupo, L’Uccisione di Babbo Natale e A Pa’) De Gregori ha aperto il suo concerto, in maniera umile, senza smettere mai di ingraziare per l’affetto del pubblico, come fosse stato un cantante di nicchia con la responsabilità di aprire un gigante. Francesco che apre De Gregori.

Una piccola pausa, si spengono le luci, giusto il tempo di far entrare e posizionare i musicisti, che il cantante di Alice decide di stupirci e di partire subito con Scacchi e Tarocchi, un pezzo in cui in cui si muove e balla sotto le note di un basso, una batteria e una chitarra elettrica; strumenti che accompagneranno la voce nella maggior parte dei pezzi della scaletta. Tra i brani troviamo alcuni dei suoi grandi successi: La Testa nel Secchio, una riflessione sulla vita; Cercando un Altro Egitto, in cui denuncia tutti i tipi di violenza ; Titanic, racconto di denuncia dell’Italia emigrata in America tramite la drammatica storia della nave; La Storia Siamo Noi, un’apologia alla Storia; Alice e tutto ciò che non sa; Generale e una guerra finita;e poi ancora Buonanotte Fiorellino, che ha dedicato, come dice lui, alle coppie randagie; Atlantide, la storia di un uomo che non riesce a seguire il suo sogno; Leva Calcistica della Classe ’68, la storia di un ragazzo che nei suoi sogni invece ci crede; Rimmel, qui il suo lato romantico e nostalgico racconta di una storia d’amore conclusa, per poi rimediare subito dopo con il racconto di un amore più forte della morte con La Donna Cannone, una delle canzoni più belle del panorama italiano.

Secondo l’ordine questa sarebbe dovuta esser stata l’ultima, ma si sa l’ultima non è mai l’ultima. E così dopo qualche minuto di silenzio è tornato sul palco per cantare l’ultima canzone, raccontarci l’ultima storia Viva L’Italia. “Viva L’Italia. L’Italia che resiste.” Ed è così, con queste ultime parole che De Gregori decide di lasciarci e di chiudere davvero il suo concerto; ringrazia un’ultima volta con la promessa che questo non sarà l’ultimo tour, che lo rivedremo di nuovo sul palco, che continuerà ancora a cantare.

E noi che torneremo ad ascoltarlo, torneremo ad ascoltare di nuovo un Francesco ragazzino.

Studentessa pendolare tra una vita fatta di sogni e la realtà, con una grande passione per i libri e la scrittura.
Amante dei grandi classici e di tutto ciò che faccia rima con Studi Umanistici.
Studio Lettere a Bologna.

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