Fa bene il Comune di Ascoli Piceno a desiderare fortemente che la città sia riconosciuta Capitale italiana della Cultura 2024. Una candidatura voluta con forza dal sindaco Marco Fioravanti che non ne fa mistero, anzi ne parla ogni volta che può. L’ambizione è alta, le aspettative ancora di più, anche se la concorrenza da battere è tanta e autorevole, visto che sono 24 le candidate in lizza e tra queste città importanti come Pesaro, Siracusa, Viareggio, Vicenza e altre.
Vincere è difficile e non è detto ci si riesca. Ma ci sta, è una competizione in fondo e come tale va accettata.
La candidatura di Ascoli a Capitale della Cultura 2024 va sostenuta e favorita in tanti modi. Bene le mostre, bene gli eventi, bene gli spettacoli, bene parlare di Quintana e olive fritte come ambasciatrici del Piceno.
Ma della pulizia ne vogliamo parlare? Come può essere Capitale della Cultura una città che fatica a restare ordinata e pulita, con le vie del centro (mete di turisti) che pullulano di sacchetti dell’immondizia che, in base alle regole prestabilite (non sempre rispettate in verità) i cittadini depositano davanti al portone in serata e lì rimangono spesso fin la mattinata successiva inoltrata?
Perché allora non cogliere l’occasione per rivedere il sistema di raccolta rifiuti e adottare, per esempio, il metodo in atto al centro di Firenze?
In cosa consiste è presto detto. In più punti vi sono cassonetti fissi per la raccolta differenziata, accessibili a qualsiasi ora attraverso sportelli in vista, mentre i contenitori sono sotto il livello stradale. Niente può essere abbandonato fuori da questi contenitori, regola che i fiorentini e le migliaia di turisti rispettano. Per strada non c’è un sacchetto che è uno. I contenitori vengono poi vuotati da un mezzo con un solo operatore che li aggancia, li solleva e fa cadere il contenuto nel cassone. Le foto a corredo di queste considerazioni, scattate nei giorni scorsi davanti al Museo di Galileo Galilei a Firenze, sono chiare: un’operazione che dura al massimo un paio di minuti.
I costi non li conosciamo, ma certamente il sindaco Fioravanti potrà dare incarico agli uffici comunali competenti di fare uno studio di fattibilità. Gli effetti sono invece chiarissimi: il centro storico di Firenze non è invaso da sacchetti dell’immondizia come quello di Ascoli. E Firenze di cultura se ne intende…