“Mario Tassi è il nuovo presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno. Nella stessa riunione è stato nominato il vice presidente nella persona di Fabio Paci ed i componenti del Consiglio di amministrazione nelle persone di Francesco Albertini, Antonio Dionisi, Giorgio Giantomassi, Mariella Liberati, Daniele Tagliabue.
Nominato anche il Collegio dei Revisori dei Conti: Luisa Baldoncini, Paola Piccioni e Alberto Fanesi che ne è il presidente”.
Con questo scarno comunicato la Fondazione ha reso nota la decisione dell’Organo di Indirizzo, riunitosi il 29 aprile 2022.
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Trentatré anni fa, anno 1989, nel mese di settembre, Giancarlo Gabrielli ed io eravamo a Milano che cercavamo una casa per i nostri figli che si stavano iscrivendo al Politecnico, ingegneria. Con loro c’erano altri quattro ragazzi, già compagni al liceo. Riuscimmo a sistemarli tutti nello stesso palazzo, due per ogni appartamento. Tra essi anche Mario Tassi. Conoscevo suo padre per aver lavorato nella sua azienda un paio di anni, ma lui non l’avevo mai visto.
La mia “malformazione” professionale mi portava a inquadrare le persone, valutarle mentre parlavano, si muovevano e argomentava su differenti argomenti.
Di Mario mi colpì la signorilità, l’educazione e la capacità di farsi rispettare senza imporre, senza alzare la voce e senza perdere la pazienza. Poche parole ma concrete. Eccelleva, e non so se eccelle ancora oggi, in cucina. Forse una dote innata, forse di necessità virtù, ma ricordo che mentre gli altri si ripartivano pulizia e lavaggio delle stoviglie, lui era il cuoco ufficiale.
Per lavoro andavo a Milano almeno una volta al mese e in quei giorni trovavo l’occasione per invitarli a cena. Naturalmente accettavano senza essere ripregati e questo non deponeva molto a favore di Mario. Erano momenti in cui i ragazzi si raccontavano delle loro imprese e, in mezzo a quei “pischelli” finivo con l’emarginarmi e limitarmi ad ascoltare.
Poi, uno dopo l’altro, si sono tutti laureati ed hanno cominciato la loro avventura nel mondo del lavoro. In quattro scelsero di vivere fuori casa, due rientrano in Ascoli. Erano quelli i cui genitori avevano delle importanti aziende. Tirocinio e poi il timone delle rispettive realtà: Luca Gabrielli diventò presidente dell’omonimo Gruppo, Mario Tassi prima affiancò il padre, poi ne diventò l’anima.
Ho rincontrato Mario l’ultima volta alcuni anni fa nel gruppo di lavoro cultura della Confindustria di Ascoli. Era cambiato. Aveva acquisito quel senso manageriale proprio di chi è a capo di un’industria, ma non aveva perso la sua signorilità. Non era più lo studentello che avevo conosciuto a Milano e neppure il cuoco per una tavolata di sei ragazzi di provincia. Non so se questa passione-virtù dei fornelli la coltivi ancora, ma non vorrei incontrarlo quando c’è anche mia moglie non reggerei il paragone in cucina.
Non conosco i problemi di una Fondazione, se non distribuire contributi secondo alcune regole che si è dato nel tempo. Considerando che la coperta è sempre corta, c’è chi rimane soddisfatto e chi storce il naso, dimenticando che una Fondazione non è un pozzo senza fine e che, soprattutto, una parte della sua mission è supportare le istituzioni locali, soprattutto nel sociale, poi distanziato, vengono la cultura e lo sport.
E se qualcuno oggi non ha perso tempo nel dire a Mario Tassi, “ma chi te lo ha fatto fare” io non sono tra quelli. Nella vita è facile stare all’opposizione e criticare sempre chi è al governo, sarebbe il caso invece di rimboccarsi le maniche qualche volta per rendersi conto che non è così facile come sembra. E se un giovane (per me è giovane, considerando la mia età) decide di metterci la faccia non può che meritare il plauso di noi tutti.
Auguri allora, anche a nome di Ithaca.