Carlo Verdone si è innamorato di Ascoli. In questi giorni lo sta divulgando ovunque, presso le testate giornalistiche nazionali e i social network, rimarcando la bellezza e la sorpresa legate alla scoperta del capoluogo piceno. L’incontro fatale è avvenuto due settimane fa grazie al suo arrivo in città per presentare la mostra fotografica di cui è assoluto protagonista, evento allestito al museo di arte contemporanea, in occasione della tappa marchigiana della rassegna culturale itinerante creata e diretta da Elisabetta Sgarbi, “La Milanesiana”.
Un’inaugurazione caratterizzata da una grande folla, che ha inseguito affettuosamente l’artista romano per i vari giorni della sua permanenza, davanti alla quale lui aveva promesso di divulgare presto tali splendori. E appena ha potuto lo ha fatto, non lesinando complimenti senza fine al capoluogo piceno. Sul suo profilo Facebook il regista, attore e scrittore – prima ancora che fotografo – ha voluto esternare la sua dichiarazione d’amore nei confronti delle Cento Torri.
“Pochi giorni fa sono andato in questa meraviglia” ha scritto rivolgendosi all’immenso pubblico della rete che lo segue, evidenziando che lo spunto fosse per l’apertura della mostra fotografica che resterà visitabile per tutta l’estate. “La città è un incanto per come è tenuta e va assolutamente visitata: ringrazio ancora tutti per l’affetto che mi hanno dimostrato” ha rimarcato sul web, pubblicando la foto che lo ritrae al bancone dello storico locale di piazza del Popolo.
“E’ un caffè nato nel 1907, il Meletti: io che sono un appassionato di bar storici lo metto tra i primi nella mia classifica. E credo che solo in province ben curate si possano ancora trovare posti così ben conservati” ha aggiunto via social il cineasta autore di titoli entrati nella storia della commedia cinematografica italiana, come “Viaggi di nozze” e “Io e mia sorella”. Verdone, che nell’escursione ascolana è stato anche al centro di un importante appuntamento al teatro Ventidio Basso attraverso un incontro svoltosi con il giornalista, scrittore e critico cinematografico Paolo Mereghetti, ha voluto parlare di Ascoli anche con i giornalisti nazionali, come l’inviato del settimanale “Gente”, a cui ha rivelato le peculiarità della mostra ascolana, intitolata “Il colore del silenzio”, visitabile sino al 15 settembre.
L’inaugurazione, che oltre agli amministratori ha visto l’intervento della stessa Elisabetta Sgarbi, ha particolarmente puntato il dito sul materiale fotografico realizzato da Carlo Verdone. Quaranta scatti in grado di mettere a fuoco un nuovo tassello artistico del percorso dell’attore e regista capitolino, che ha voluto sinora tenere privata fino a quando la stessa Elisabetta Sgarbi non lo ha convinto ad esporre le sue foto.
Un’esposizione dominata dalle nuvole e dai loro colori, immortalati come sguardi infiniti in grado dare vita ad emozioni che prendono forma dalla fantasia meteorologica. Una successione di immagini in cui il cielo diventa il punto di osservazione del mondo e di noi stessi. “Mi ha sempre colpito molto Carlo, osservatore così attento dell’umanità e dei caratteri nel riservare uno spazio così artisticamente importante per la natura” ha detto Elisabetta Sgarbi a proposito della mostra che ha aperto i battenti ad Ascoli per conto della “Milanesiana”, pronta a vedere in lui la stessa cura nel rappresentare i sentimenti delle persone.
“Gli elementi naturali, nell’inquadratura di Verdone, soprattutto le ‘sue’ nuvole, sono cose vive che rivaleggiano, in vita, con i ‘suoi’ personaggi” ha affermato, dichiarandosi felice che lui si sia lasciato convincere per allestire una “personale” diversa da quella del suo debutto espositivo, avvenuto due anni fa a Napoli. “All’inizio non volevo che si sapesse di questo mio hobby, essere tuttologo non mi piace” ha confessato il regista di “Un sacco bello” e “Bianco, rosso e verdone” davanti al pubblico accorso al Polo di Sant’Agostino, ricordando che l’amore per gli scenari infiniti è iniziato tanti anni fa dalla terrazza condominale del suo palazzo, quando da ragazzo andava a fumare di nascosto.
“Il cinema, con le commedie che giro, non mi consente di dare spazio ai paesaggi: vive di primi piani, di dialoghi e allora io quando posso mi rifugio nelle foto, in ciò che chiamo ‘preghiere senza parole’ un regalo che mi arriva da Dio” ha proseguito, riservando parole bellissime per gli scorci ascolani: luoghi che, con un grande rammarico, non conosceva sino ad ora. “Ascoli è una città di una eleganza sobria e vanta abitanti di una gentilezza rara, continuerò a fare grande pubblicità sui social” ha concluso Verdone, dichiaratosi in generale innamorato artisticamente dei luoghi crepuscolari e delle mezze stagioni, in grado di offrire scenari unici. Lui che ama definirsi “contemplativo e anche un po’ leopardiano”.