Un grande 6×3 sulla circonvallazione che conduce a porta Romana reca questo titolo. Per una volta un titolo che in sei parole ci lascia immaginare un mondo interiore affascinante, ma anche tribolato.
Eusebi è ascolano, cresciuto nel mondo della grafica, mantenendo viva anche la sua vena artistica, segnando una vera e propria commistione tra i due generi, anche ora che la sua espressione artistica è più quella dello scultore che del pittore, se non dello stage designer.
Perché verso sera e cosa nasconde? Conoscendo Eusebi, quel “solo verso sera” rappresenta il tramonto dell’uomo; la sera è sempre l’anticamera della notte, la notte è il momento del grande passaggio. Come assomiglia la vita alle ventiquattro ore di una giornata! Si nasce = l’alba, si cresce = la mattina, si matura = il pomeriggio, si invecchia = la sera e infine si muore = la notte.
Fin qui tutto semplice, finanche troppo banale per non dire ovvio, è quel “si fa tardi” invece che costringe ad un ripensamento sull’espressione artistica. Il tardi di Eusebi non è l’espressione temporale che vuole esprimere, ma ci fa immaginare la follia dell’arte, sia essa pittorica che scultorea, e la fretta di concludere perché gli stili cambiano vorticosamente e, quello che solo ieri era innovazione, oggi è semplicemente un poco interessante passato. S’è fatto tardi.
La similitudine con la vita è spontaneo ed anche corretta, ma in questo caso Eusebi, va oltre e penetra con i suoi lavori l’incertezza di ogni passaggio ineluttabile: come il non essere in linea con i tempi, oppure con le nuove tendenze artistiche, con le proprie idee che la mente partorisce continuamente per cancellarle subito dopo perché non capaci di ridare slancio e rientrare in gruppo. Il tardi non è altro che il lento, indolente procedere nel seguire l’istinto creativo.
Da domenica 16 ottobre, con vernice alle ore 18, la mostra degli ultimi lavori di Eusebi, curata da Lorenzo Fiorucci, direttore del Museo Collezione Burri nell’ex Seccatoio del Tabacco di Città di Castello, va in scena presso la Galleria “Laboratorio 41” di Macerata (nei pressi dello Sferisterio).