Elezioni a Grottammare, una conferma per lo studio politico-elettorale

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di Gianluca Traini

Con l’insediamento del nuovo Consiglio Comunale eletto e la contestuale nomina della Giunta Comunale e delle conseguenti surroghe consiliari, a Grottammare sono adesso presenti i tre organi di governo comunale originati a seguito delle elezioni del 14 e 15 maggio scorsi.

A questo proposito può essere interessante riprendere lo studio politico elettorale pubblicato il 3 maggio scorso per verificarne l’attendibilità.

In quel piccolo studio politico elettorale proponevo 22 nomi di candidati che sarebbero potuti essere eletti o nominati nei tre organi di governo comunale sui 164 candidati (160 per il Consiglio Comunale, 4 per la carica di Sindaco) che si presentavano, avanzando nel finale la considerazione che nel caso fossero stati eletti almeno la metà dei 22 nomi proposti (ma nel caso della vittoria dell’allora candidato sindaco Rocchi sarebbero potuti essere anche i tre quarti) allora il piccolo studio politico elettorale avrebbe avuto anche le caratteristiche di una buona analisi elettorale predittiva.

Oggi si può verificare che dopo la vittoria di Rocchi sono presenti negli organi di governo comunale 17 su 22 dei nomi proposti nell’articolo del 3 maggio scorso, e precisamente: Alessandro Rocchi (sindaco); Lorenzo Rossi, Manolo Olivieri, Alessandra Biocca, Bruno Talamonti, Monica Pomili (assessori); Luigi Travaglini, Stefano Novelli, Marina Sciarroni, Jonathan Chiappini, Cristina Baldoni e Marco Tamburro (6 su 10 dei consiglieri della maggioranza), Marco Sprecacè, Giuliano Vagnoni, Raffaele Rossi, Tiziana Stampatori e Lorenzo Vesperini (5 su 6 dei consiglieri delle minoranze).

Questi risultati conducono ad alcune considerazioni riguardo alle elezioni comunali a Grottammare.

La prima è che l’essere candidati da assessori o consiglieri uscenti, in una maggioranza che poi si riconferma alle elezioni, conduce con molta probabilità alla rielezione o nomina in giunta: infatti, se nel 2018 dei consiglieri e assessori di maggioranza candidati ne risultarono poi rieletti o nominati 8 su 10, in queste elezioni del 2023 ne sono risultati eletti o nominati 9 su 10.

Per quanto riguarda le minoranze, invece, chi ha ottenuto in precedenti elezioni dei consensi personali maggiori nella propria area politica tende poi a conservarli nel tempo (significativo, a questo proposito, che nelle minoranze 4 su 6 dei consiglieri eletti sono stati in passato già in consiglio comunale).

I candidati sindaci sconfitti rischiano di non rientrare in consiglio comunale se si presentano con una sola lista, come accaduto in queste elezioni ad Alessandra Manigrasso e nel 2018 a Giuliano Vagnoni.

I due nomi proposti nello studio elettorale come possibile eletti in quanto appartenenti a partiti che sostengono l’attuale maggioranza, Umberto Pulcini e Antonio Malavolta, non sono risultati eletti, a dimostrazione che come accade in molti altri comuni delle dimensioni di Grottammare o comunque non molto più grandi, il peso elettorale dei partiti non è principale ma residuale. A rafforzare questa affermazione in queste elezioni comunali di Grottammare concorrono anche i risultati delle liste che riportavano nel loro simbolo simboli di partito: infatti, la lista Lega-Forza Italia non ha eletto nessun candidato, e la lista di Fratelli d’Italia, pur avendo eletto 2 candidati, ha ottenuto meno voti della lista civica del candidato sindaco che appoggiava.   

In conclusione, per eventuali approfondimenti che volessero fare i lettori, negli allegati viene riportato aggiornato – con i risultati delle ultime elezioni – lo storico elettorale delle comunali di Grottammare da quando c’è l’elezione diretta dei sindaci, ossia dal 1993, e un file con le preferenze di tutti i candidati consiglieri al Consiglio Comunale da quando c’è la doppia preferenza di genere (per Grottammare dalle elezioni comunali del 2013).

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