La partenza dei volontari italiani che hanno testato il SoberanaPlus

Covid, a Cuba per testare la terza dose: l’esperienza di un marchigiano

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A Cuba per il test clinicoSoberanaPlusTurin“. Questa l’esperienza di Simone Valli, 47enne marchigiano, autista soccorritore per la Croce rossa: uno dei 35 italiani partiti da Milano per Cuba. SoberanaPlus è l’unico vaccino al mondo sviluppato, fin dall’inizio, come prodotto destinato al boost (ovvero come terza dose). Scopo della sperimentazione è quello di valutarne reattogenicità e immunogenicità su volontari convalescenti dal Covid-19 in forma lieve o moderata e su altri sani che hanno completato l’immunizzazione con vaccini stranieri autorizzati in Europa (Johnson & Johnson, Moderna, Pfizer o AstraZeneca). 

Faccio parte del collettivo “Cuba va” e, venuto a conoscenza dell’iniziativa, dato che rientravo nei parametri, ha inoltrato la mia candidatura (poi accolta) come volontario. Ho pagato solo il biglietto aereo e la partenza è stata fissata per il 15 novembre, il giorno in cui Cuba ha riaperto le frontiere dopo aver ultimato la campagna vaccinale dell’infanzia. Siamo stati ospiti fino al nostro ritorno in Italia, il 25 novembre, del centro di salute internazionale ‘La Pradera’. A metà dicembre, all’ospedale Amedeo di Savoia di Torino, verremo sottoposti a un prelievo per misurare la nostra risposta anticorpale specifica alla somministrazione“.

SoberanaPlus utilizza un metodo di immunizzazione già collaudato e sicuro anche nei neonati. Lo stesso approccio, infatti, è già stato adottato con successo per molti altri vaccini (per esempio, contro la meningite) somministrati in decine di milioni di dosi sotto l’egida dell’Oms, che ha spesso utilizzato i vaccini cubani per le campagne vaccinali nei Paesi in via di sviluppo. Piuttosto che iniettare un intero agente patogeno per innescare una risposta immunitaria (come accade nei vaccini a virus attenuati o inattivati), oppure materiale genetico affinché le cellule producano proteine del virus in grado di stimolare il sistema immunitario (come i vaccini a mRna o a vettore virale), i vaccini a subunità proteica contengono al loro interno proteine selezionate per innescare la risposta immunitaria ma incapaci di dar luogo alla malattia, perché mancanti dell’agente patogeno stesso. In questo caso si tratta di una porzione della proteina “Spike”, quella che permette al coronavirus di infettare le cellule.

Considero questo studio davvero importante per il nostro futuro. Infatti, ho pensato che fosse corretto sostenere lo sforzo fatto da Cuba, che è riuscita nonostante la povertà e l’embargo a cui è sottoposta da 60 anni a sviluppare vaccini pubblici, gratuiti e sicuri, ma soprattutto che, nel mio piccolo, fosse il caso di ‘restituire’ un briciolo di quella solidarietà dimostrata dalla brigata ‘Henry Reeve’: medici e infermieri che arrivarono a Crema e Torino, due centri particolarmente colpiti dal Covid-19 durante la prima ondata, per prestare aiuto e soccorso“.

Cuba. Il racconto di uno dei 35 italiani partiti per la sperimentazione  clinica 'Soberana Plus Turín' - Non solo Cuba - L'Antidiplomatico

Con il vaccino Soberana2, usato a Cuba per le prime due dosi e costruito con la stessa tecnologia, si tratta di una soluzione dai costi limitati, in quanto occorre solo sintetizzare proteine da combinare con un adiuvante di larghissima disponibilità come l’idrossido di alluminio e non è necessario un particolare sistema di refrigerazione. Cuba ha dichiarato una capacità produttiva di milioni di dosi per il 2021 e ha già dato la sua disponibilità a trasferire le tecnologie vaccinali nei Paesi che lo richiedono senza royalties, se fosse necessario aumentare la capacità produttiva. Ha stretto accordi con vari Paesi e ha avviato il processo di approvazione dei suoi vaccini presso l’Organizzazione mondiale della sanità. Se ci fosse il via libera dell’Oms, il farmaco potrebbe offrire una risposta all’accaparramento di vaccini da parte dei Paesi più industrializzati. Una disparità che rischia di mettere in crisi tutti, ricchi e poveri. A lungo andare, la circolazione del virus in larghe sacche di popolazione può dar vita a varianti in grado di sfuggire al sistema immunitario.

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