Senza volerlo, mi è capito di ritrovarmi a contare i giorni che mancano alla decisione del Ministero dei Beni Culturali, su quali saranno le dieci città che si contenderanno il titolo di Capitale della Cultura 2024.
Ascoli, sorniona, invece, sembra non avvertire alcuna tensione ma, sotto sotto, andiamo scoprendo che sono in molti che palpitano, con qualcuno che ricorre anche agli scongiuri, forte dell’assunto del grande Eduardo, “non è vero ma ci credo!”
Di certo, ad incrociare le dita saranno il Sindaco Fioiravanti e l’Assessore Ferretti che, su questo progetto hanno puntato tutto quello che avevano e, una risposta negativa, potrebbe mandarli per stracci.
Per una volta c’è da dire che, neppure tanto velatamente, gli steccati sono stati superati e governo e opposione cittadina parlano la stessa lingua, così la felicità di uno sarà la felicità dell’altro.
Sarà scelta, allora, Ascoli quale Capitale Italiana della cultura 2024? Sfogliando i curricula di tutte le candidate ci si rende conto che la decisione sarà veramente complicata, partecipando città che numeri ne hanno da vendere, come quella Pesaro che, in fatto di eventi culturali e di alto profilo qualificante, hanno da molti anni varcato i confini nazionali. La conferma viene indirettamente dal Presidente della Commisone Giudicatrice, che ha rinviato il giorno in cui avrebbe dovuto pronunciarsi.
Era stata fissata per il 18 gennaio la data della prima selezione tra i ventitre dossier presentati, ne sarebbero stati eliminati tredici e dieci avrebbero fatto parte del drappello delle finaliste, invece Il presidente della giuria, incaricata ad esaminare i dossier, ha deciso di prendersi altre due settimane per meglio valutare i vari documenti presentati. Quindi, nuovo appuntamento il 1° febbraio.
Poco più di un mese dopo, e precisamente il 15 marzo, sempre di martedì, si svolgeranno le audizioni dei dieci rappresentanti e, ancora di martedì, due settimane successive, si conoscerà la città vincitrice.
Ascoli si è presentata con tutte le carte in regola per conquistare la palma della migliore. Ma fra quelle che aspirano ad essere elette “capitale della cultura” ce ne sono diverse che potranno dare del filo da torcere alla nostra città.
L’importante, aggiungiamo noi, è che tutte giochino pulite. Il contributo in palio è notevole e per Ascoli potrebbe rappresentare una occasione irripetibile per sistemare spazi disastrati e incaminarsi, finalmente, sulla strada della Cultura vera, sperando solo che il progetto non si limiti ai soliti spettacoli o incontri di giro, ma su qualcosa costruito su misura, capace di diventare quell’appuntamento stabile che nella città manca. Originale, caratteristico e che non ci faccia più rimpiangere le estati e le stagioni invernali del primo decennio del 2000, unico momento in cui Ascoli è riuscira ad alzare la testa.