I nostri libri / Carbon punto e a capo

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La fotografia di quando dalla grande ciminiera non uscì più neppure un filo di fumo nero

“Carbon punto e a capo” è perfetto per la rubrica i nostri libri: l’autore, Emidio (Mimì) Albanesi è ascolano, l’editore Librati è made in Ascoli e l’argomento è la Fabbrica, come è stato sempre definito l’enorme insediamento industriale fra lo stadio e la stazione indipendentemente dal continuo cambio di nome (Sice, Elettrocarbonium e Carbon) che hanno contraddistinto la sua storia centenaria. Albanesi lo presenterà venerdì alle 18 presso la sala eventi della Bottega del terzo settore. La particolarità di questo libro non è la storia della Fabbrica, se non per pochi accenni, ma la fotografia del momento in cui dall’altissima ciminiera dello stabilimento non uscì più un filo di fumo e la società Restart Scarl assunse il compito della riqualificazione urbana dell’intera area che occupa qualcosa come 25 ettari, una ventina di campi di calcio.

Dicevamo la storia dell’azienda è condensata in poche pagine con la sottolineatura di alcuni momenti importanti, la fondazione nel 1897, l’accenno ai problemi ecologici che fin dal 1934 la fecero inserire nel novero delle aziende insalubri e alcuni aneddoti che ne hanno caratterizzato la storia come il Consiglio comunale che prolungò di 25 anni la sua permanenza, l’intervento della Magistratura che blocco due forni e la clamorosa protesta di due operai ne di un tecnico che nel 1994 salirono al ballatoio situato a circa 60 metri egli oltre 100 della ciminiera per sollecitare la ripresa delle trattative fra azienda e organizzazioni sindacali e vi restarono per ben tre giorni. Il cuore però della narrazione è condensato nel trapasso dell’area fra Sgl Carbon e Restart.

La narrazione assume a tratti i contorni del giallo perché a Restart si opponeva un consorzio di imprese che aveva Latina come base e dietro il quale c’era il sospetto che in qualche modo fosse riconducile alla proprietà che era interessata a gestire il futuro dell’area. Ma con quella che Albanesi chiama la mossa del cavallo (non a caso il titolo di un fortunato libro di Camilleri) vale a dire la rinata solidarietà di svariate imprese del territorio che, costituitesi in un consorzio che appariva molto più solido di quello di Latina riuscì alla fine ad acquistare ciò che restava della Carbon e quindi avrebbe gestito il risanamento dell’area e deciso cosa fare di tutta l’area. Il valore di questo racconto sta soprattutto nel fatto che nella fotografia della fine della Carbon e dell’inizio di una nuova era c’è anche l’autore Emidio Albanesi che degli incontri, delle riunioni e perfino della firma di acquisto, non è stato soltanto testimone, ma anche protagonista. Oggi Albanesi è direttore operativo di Restart ed il suo ufficio si trova nella palazzina, appena fuori i capannoni, che ospitava i vertici della Fabbrica. Ma a caratterizzarlo, rispetto ad allora (quando al lavoro nelle linee di produzione, c’erano oltre 900 operai) è soprattutto il silenzio.

E ora si aspettano i finanziamenti necessari a far partire la bonifica. C’è un commissario governativo a gestire questa delicata fase che dovrebbe iniziare con i lavori della vasca di prima raccolta delle acque piovane e dovrebbe chiudersi con la demolizione della ciminiera, anche se forse gran parte degli ascolani la lascerebbero lì dov’è, a testimonianza e ricordo della storia recente della città.

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