Crisi Ucraina, una passeggiata nella zona di Markijan Kamys

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Ho sempre pensato che uno dei modi migliori per conoscere un paese anche da lontano è leggere libri dei suoi autori. L’attualità mi ha portato a scoprire uno dei più apprezzati scrittori contemporanei dell’Ucraina per avere una visione alternativa a quella geopolitica di un paese dalla storia travagliata ma con una identità specifica caratterizzata da essere frontiera fra oriente e occidente. 

Il romanzo di esordio di Markijan Kamyš, Una passeggiata nella zona, scritto fra il 2012 e il 2014, si colloca nel periodo in cui ha inizio in conflitto armato che si è evoluto nella guerra ora in atto. Così il racconto delle incursioni nella zona interdetta di Chernobyl o Čornobyl’ in ucraino, alla scoperta di luoghi abbandonati da più di trent’anni. 

Oltre a Prypjat’ simbolo del disastro nucleare e meta turistica con tanto di tour organizzati, si è sviluppato una sorta di vagabondaggio clandestino di chi è alla ricerca dei luoghi più inaccessibili di tutta la zona interdetta. Non solo case o chiese che diventano riparo per la notte ma anche paludi e boschi in cui da decenni nessuno mette più piede. 

UNA PASSEGGIATA NELLA ZONA, Markijan Kamyš – Keller Editore

Queste incursioni si ripetono in una sorta di dipendenza da quei luoghi, con personaggi che vivono intorno alla zona: sciacalli che commerciano in metalli contaminati ai margini fra illegalità e resistenza. I segni del tempo che rendono ogni visita una sorta di addio a cose che l’abbandono e il tempo modificano, distruggono fino a farle sparire, e sono simboli del URSS che costruì tutto in quella città e che inevitabilmente diventano metafora del declino a posteriori di un regime che è finito dopo una lentissima agonia. 

Così come le centinaia di persone che cercano una sorta di avventura esotica per farsi un selfie sui tetti di Prypjat sono la piena rappresentazione della occidentalizzazione delle nuove generazioni che hanno una visione da parco giochi a tema senza pensare alla reale tragedia che Chernobyl è stata. Molti di loro sono nati dopo e anche parecchio tempo dopo: come spiegare a due ventenni spagnoli che ingaggiano una guida clandestina per provare il brivido del vietato che la zona interdetta rappresenta, cosa invece rappresenta per gli ucraini che hanno vissuto letteralmente sulla loro pelle il più grande disastro atomico della storia? Forse non si può ma sicuramente si può vivere i luoghi dietro il filo spinato di sicurezza come unici al mondo dove si può godere di una solitudine immersa nel più profondo isolamento dal mondo attuale. 

Non è solo un viaggio indietro negli anni, ad un epoca che forse solo lì è rimasta intatta, ma anche nella natura che va avanti senza nessuna intromissione dell’uomo. Un mondo a parte che vive fra il post sovietico e l’Occidente che avanza. Attraverso i racconti dei numerosi viaggi nella zona si riesce a vedere la bellezza in luoghi in cui sembra impossibile esserci e a percepirne una poesia sottile grazie a uno stile narrativo definito”coraggioso”. Uno spaccato alternativo della nuova leva della letteratura ucraina, un paese che nella sua storia ne ha sempre fatto un pilastro fondamentale della propria identità nazionale.

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