Lisa Sergio, la donna che visse tre volte

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Non si tratta di un sequel del famoso film di Alfred Hitchcock, bensì di un libro sulla storia incredibile di una donna che ha saputo reinventarsi nel corso del ‘900: Lisa Sergio. E davvero si tratta di una quelle vite il cui racconto diventa di per se narrazione, proprio perché attraversa la storia intrecciandovi la propria esistenza. 

La presentazione presso la libreria Rinascita dell’ultimo lavoro di Sandro Gerbi (che avevamo annunciato QUI) è stata l’occasione per sentire raccontare dallo stesso autore le avventure della protagonista del romanzo, che in un’epoca in cui le donne erano per la maggior parte relegate alla vita domestica, ha fatto scelte contro queste convenzioni sociali, riuscendo a cogliere i profondi cambiamenti mondiali che hanno segnato lo scorso secolo e ad avere l’intelligenza di chi riesce a mutare le proprie idee quando la conoscenza porta a riflessioni diverse.  

Lisa Sergio nasce nel 1905 a Firenze da padre italiano e madre statunitense crescendo bilingue, fatto che segnerà la sua sua carriera; aderisce da subito al fascismo al quale si legherà anche professionalmente presso l’ufficio stampa del regime come traduttrice e speaker dal’33 fino al’37 quando viene licenziata con l’accusa di modificare i testi e fra  le chiacchiere di una non troppo celata relazione con Ciano, che sembrerebbe averla portata ad un viaggio a Parigi per un aborto; ma di tutto questo non si hanno notizie certe, perché stiamo parlando di una donna molto emancipata e indipendente per i suoi tempi; non si sposerà mai e si batterà sempre per i diritti delle donne senza aderire a quel femminismo “duro e puro” di cui la Sergio non apprezza la trasandatezza. 

La sua amicizia con Guglielmo Marconi la porterà negli Stati Uniti dove lavorerà alla NBC prima dello scoppio della seconda guerra mondiale e qui inizia la sua seconda vita. La capacità di analisi della comunicazione la porta ad un raffronto fra Mussolini, da cui era stata ricevuta personalmente all’inizio della sua carriera in Italia, e il presidente Roosevelt, che la porta a rilevare i diversi effetti fra l’accento posto sulla produzione della comunicazione del primo e quello invece spostato sull’ascolto del secondo. 

Quindi muta le sue idee e diventa antifascista e quando è commentatrice alla radio e non solo più speaker viene licenziata su pressioni dell’FBI che ritiene le sue parole troppi favorevoli a Stalin. In realtà le sue convinzioni erano sinceramente democratiche e si reinventa per la sua terza vita a Washington come commentatrice di politica estera e tiene conferenza nei college. 

Nella capitale americana muore nel 1989 lasciando tracce della sua vita sia in quelli che l’hanno ascoltata per anni sia in archivi importanti come quelli della Georgetown University che in tesi di giornalismo alla Columbia University; proprio fra questi documenti e molte testimonianze raccolte con un lavoro lungo di anni che Gerbi ha trovato le tracce di una vita straordinaria che hanno portato a questo romanzo. Le doti di giornalista e storico contemporaneo sono alla base di un lavoro fatto e raccontato con garbo e gentilezza sia fra le pagine che nel rapporto con i lettori intervenuti in un ambiente raccolto come quello della Rinascita perfetto per dare la possibilità al pubblico di incontrare da vicino lo scrittore. 

La presentazione è stata tenuta da Pietro Frenquellucci la cui esperienza permette a chi partecipa una guida alla conoscenza del romanzo ma anche dell’autore con gentilezza e competenza senza mai essere predominante ma porgendo domande che portano alla scoperta degli aspetti più interessanti e alternativi di una lettura che va oltre la biografia di una donna che ha saputo cambiare seguendo il cambiamento della vita.

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