Screening al seno per migliorare la vita

1 minuto di lettura

IOM Ascoli. Hanno appena organizzato il “race for the cure” che già passano ad un altro progetto: sensibilizzare la popolazione femminile sull’importanza dello screening al seno. Il tumore del seno colpisce una donna su otto. In molti casi, però, si può prevenire o comunque diagnosticare in fasi molto precoci.

Lo IOM di Ascoli si fa promotore di un appello al fine di sollecitare un tempestivo e risolutivo intervento affinché lo screening mammgrafico diventi un diritto di tutte le donne e una sicurezza per la loro salute oltre un consistente risparmio della spesa sanitaria.

Ogni anno in Italia vengono diagnosticati 55.500 nuovi casi di tumore al seno la neoplasia più frequente nel genere femminile in tutte le fasce di età

Grazie ai continui progressi della medicina e agli screening per la diagnosi precoce, di tumore del seno oggi si muore meno che in passato: 9 donne su 10 sono vive dopo 5 anni dalla diagnosi di tumore mammario e 8 su 10 lo sono a 10 anni dalla diagnosi. 

La battuta d’arresto subita dall’emergenza Covid-19 ha creato danni incalcolabili, ed oggi, che si potrebbe tornare alla normalità, lo screening non ha ancora ripreso a pieno ritmo. 

Oltre alla mancanza di personale dedicato (tecnici radiologi e medici radiologi), un’ulteriore problematica è rappresentata dagli apparecchi; ben 2 su 10 sono da rottamare. 

Diventa quindi necessario monitorare la validità delle attrezzatture e assicurare un rinnovo costante delle stesse (vedi mammografo in 3D in grado di individuare meglio della mammografia digitale le lesioni più piccole) per garantire l’efficacia dell’esame, che ad oggi risulta essere l’arma migliore per sconfiggere il tumore alla mammella. Troviamo sconcertante che non si investa su un percorso che è assodato, può salvare la vita. 

Lo screening si deve aggiornare e modificare contestualmente al cambiamento della malattia e delle cure e renderlo personalizzato a seconda della storia medica e familiare della paziente.

Bisogna anche lavorare sulla medicina di prossimità, attraverso unità mobili dotate di mammografo, per raggiungere i piccoli centri e andare incontro alle diverse esigenze delle donne. 

Anche grazie all’esperienza dell’ambulatorio senologico, ci siamo resi conto che sono numerosissime le diagnosi tardive; l’età media delle donne che accedono all’ambulatorio con diagnosi di carcinoma mammario è di 73 anni. È auspicabile che il servizio sanitario regionale predisponga l’estensione dello screening mammografico fino ai 75 anni d’età e lo anticipi ai 45 anni.

Per realizzare tutto questo lo IOM ascolano ha organizzato un aperitivo al Meletti per domenica 12 giugno alle ore 12,00 con una “chiacchierata tra amici” con Giulia Toniutti, giornalista e protagonista dello spettacolo “Se.no”, che andrà in scena al Filarmonici il pomeriggio alle 17,30; ingresso ad offerta fino ad esaurimento posti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Previous Story

Donna, profetessa, maga, il mito della Sibilla

Next Story

Il calcio Piceno protagonista in serie B, serie D ed eccellenza. Ascoli, Samb, Porto e Atletico non deludono

Ultime da