Fulvia Cipollari ci racconta la sua opera di disturbo del teatro canonico

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Ti dispiace? Ogni tanto mi interrompo per il pollo… Lo so, sono le 17,17 e sto cucinando. Ti chiederai, perché? Eh, stasera ci sono le prove dello spettacolo!”. Fulvia Cipollari, classe 1993, e originaria di Fermo è una premiata drammaturga, una docente appassionata di Lettere, una psichiatra non troppo mancata, vista la sua attenzione all’interiorità. L’abbiamo già conosciuta tempo fa QUI e oggi riusciamo (davvero miracolosamente) a risentirla per discutere un po’ dei suoi nuovi e interessanti progetti teatrali.

Ciao Fulvia, mi è capitato su Instagram di seguire la pagina @dist_urbani e poi ho scoperto che dietro c’eri tu, di che si tratta?

Ti voglio ringraziare, innanzitutto, per la possibilità che mi dai di parlarne. Arrivare a più persone possibili, ci permette materialmente di esistere. Si tratta di qualcosa di molto recente ed è legato alla possibilità che mi hanno dato alcuni teatri marchigiani, laziali e umbri di realizzare una serie di progetti, tra di loro separati. La libertà concessami mi ha portato a farmi alcune domande: sentivo l’urgenza di mettere nero su bianco chi fossimo, chi era al lavoro. dist_urbani è questo, un gruppo di persone a servizio della scena che si impegna in un teatro che vuole essere apertamente post-contemporaneo”.

Post-contemporaneo.

Passami il termine, magari anche un po’ improprio. Intendo che vogliamo e realizziamo un teatro lontano da quello di canone e dal suo dogmatismo. Siamo un gruppo di giovani adulti, come mi piace dire. Di giovani poco giovani, cioè non so come siamo. Insomma abbiamo circa trent’anni e ci impegniamo nella messa in scena di spettacoli che hanno l’ardire, la supponenza di disobbedire alla forma teatrale dei grandi teatri della grande città. Si tratta di un teatro (fieramente) più di provincia, che non esisterebbe se non partisse dal basso. Un teatro urbano pieno di drammaturgia nuova perché… basta con le riscritture dei classici! E non fraintendere, io amo i classici con tutto il cuore, da lì provengo: ho frequentato il liceo classico, mi sono laureata in filologia. Sono affezionatissima al testo. Gli amatori del teatro, però, mi capiranno.. Purtroppo, nei grandi teatri o c’è un grande nome o trovi la riscrittura di un classico (o meglio ancora entrambe le cose). Penso invece che il teatro abbia oggi bisogno di storie nuove, di drammaturgie nuove, di personaggi nuovi che, con grande modestia, calchino la scena. Sento questa necessità. dist_urbani è un gioco di parole: disturbati urbani perché cerchiamo un teatro che disturbi, realizziamo un teatro che vuole essere di disturbo”.

Cosa avete in programma di realizzare?

“In realtà il primo progetto è già pronto e verrà messo in scena il 27 agosto al Circolo Arci di Lacugnano (PG) alle ore 21. Scrissi ‘Binari’ qualche anno fa e il titolo essenzialmente fa riferimento al fatto che le persone sono un po’ dei binari: l’incomunicabilità è il destino a cui siamo condannati. Io sarò anche alla regia mentre come attori avremo Stella Bastianelli (Isa) e Francesco Vita (Piero).  Isa è un’affascinante postina con un’insolita passione per piante e… omicidi. Piero è un ragazzo sportivo e attento, ha un sorriso perfetto e una cronica predilezione per ordine e pulizia. Isa quando parla di lui dice: ‘Cosa c’è di migliore di una follia inaudita rinchiusa dentro un pensiero spietatamente logico?’. Federica Ariano è invece la costumista. Lei racconterà Isa e Piero, i nostri due binari deragliati, attraverso il costume, quasi dipingendoli con i tessuti: in una sintesi di colori e impressioni che ha dello straordinario. Predominerà il fucsia, sarà un vero inno alla Pop Art (Warhol, Basquiat, ecc.) con il fucsia che ritorna; un mondo un po’ circense e un po’ nuovo”.

Si tratta dell’unico progetto in programma?

“No, in realtà è il primo di tre (per ora). A gennaio ci sarà un altro appuntamento a Roma e coinvolgerà altre persone: Federica Magro (che mi darà una mano con la regia) e Gianfranco Procopio (come attore). Si tratta di un testo con una storia un pochino privata e un pochino delicata che ancora, forse, non mi sento di affrontare. In ogni caso lo metteremo su nei mesi che verranno. Ma adesso, come vedi, sono completamente assorbita da ‘Binari’.

Allora ci vuoi dare qualche altro dettaglio?

“Ma tu perché piuttosto non vieni a vederlo? Comunque, è un testo che parla della disfunzionalità di coppia: un noir a tinte grottesche, quasi comiche. Il concetto cardine è che riusciamo ad amarci creando un nemico comune, che viviamo in una società che tende a chiudersi rispetto al diverso, unendosi xenofobicamente contro lo straniero. Questo amore malato, che in verità probabilmente non esiste, si costruisce in virtù di un odio dell’altro. Sia dal punto di vista della coppia vera e propria sia della società tutta, sia a livello umano: che cos’è una nazione, cos’è lo Stato? Si tratta di discorsi davvero molto contemporanei, con le elezioni al 25 settembre prossimo. Altro non vorrei spoilerare, visto che è un noir, sai…”.

Lo sai che quel giorno non posso…

“Eh, peggio per te. Guarda che si mangia (ma non chiedermi cosa), si beve, si sta con gli amici e si balla pure. D’altronde il teatro è un’esperienza proprio a livello umano. E per me già finora è stato bello, ho conosciuto meglio Stella e Francesco: due attori d’oro. Sono davvero felice e soddisfatta. Che dici sono stata efficace nelle spiegazioni?”.

Io non ti ho risposto. Ma ce lo diranno i nostri lettori. E mi raccomando, andate poi a seguire @dist_urbani.

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