Sanità, scuola, lavoro: Schlein a San Benedetto del Tronto per raccontare il cambiamento

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L’imprevista. Così abbiamo voluto intitolare questo libro. Perché è così e infatti alla mia prima riunione politica, un esponente del mio partito mi squadrò e mi disse: ‘Tu di chi sei figlia?’. Non c’era nessuno a spingermi invece e il nostro slogan fu infatti ‘senza la base scordatevi le altezze’. E lo voglio dire ai giovani, a questo può portare il coinvolgimento”. A parlare è Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, a San Benedetto del Tronto in occasione della presentazione del suo ultimo libro, su invito di Mimmo Minuto.  All’Hotel Calabresi, la sala è strapiena ma qualcuno, dalle ultime file, mormora generando consensi: “Ma i giovani dove sono?”. Effettivamente i capelli della vasta platea sono perlopiù bianchi, un problema importante per la politica tutta.
I presenti l’hanno attesa una mezz’ora, c’era la diretta su In Onda (La7) da completare (QUI il video) e poi i selfie con i candidati Pd alle elezioni regionali.

Nel suo breve saluto, Il sindaco Antonio Spazzafumo le augura un “in bocca al lupo” e ce n’è bisogno, visto il momento. Ma lei, in piedi per farsi vedere meglio da tutti, si dichiara una “incorreggibile ottimista” al punto da voler richiedere la tessera dell’omonimo club presieduto dall’ex sindaco Paolo Perazzoli, che le aveva rivolto un saluto poco prima. E, per prima cosa, rivendica la necessità di un cambiamento, esprimendo soddisfazione per la scelta del Movimento 5 Stelle di mantenere l’appoggio a “Matteo” (l’ex sindaco di Pesaro Ricci, candidato alla presidenza della Regione Marche), che si è dichiarato estraneo all’accusa nell’ambito dell’inchiesta “Affidopoli” della procura di Pesaro e che ha scelto di rispondere pienamente alle domande degli inquirenti.

Paolo Perazzoli
Antonio Spazzafumo

La sinistra deve costruire un’alternativa, anche quando sembra lontana”. Ha dichiarato la segretaria, replicando allo storico motto dell’ex premier conservatrice inglese Margaret Thatcher: “There is no alternative” (TINA). “La nostra visione politica è di cura. Una visione fondata sull’ascolto e costruita su due perni: giustizia sociale e giustizia ambientale. Per il diritto di avere diritti”, riecheggiando il famoso titolo di un saggio del giurista Stefano Rodotà. Sanità, scuola “primo luogo di emancipazione sociale” e “difesa di un lavoro dignitoso, contro la precarietà: sotto i 9 euro l’ora non è lavoro è sfruttamento”, citando il titolo del bel libro di Marta Fana. “Metteremo al centro i bisogni concreti delle persone”, conclude.
”Questo libro racconta una vera e propria storia d’amore per la politica” e “la politica è tracciare un percorso condiviso, stando insieme per le idee e non per le poltrone”. E ancora “sono fiera di far parte dell’unico partito plurale, occorre smetterla con le fughe personalistiche. Da soli però non siamo autosufficienti, dobbiamo stare insieme alle forze alternative alla destra”.
Si parte con la sanità. 5,5 miliardi di euro è la proposta del Pd per assumere nuovi medici e infermieri, colmare i vuoti strutturali negli ospedali e rafforzare i presìdi territoriali. “La sanità del futuro deve essere territoriale. Serve diffondere le case di comunità, servono medici di base sostenuti e integrati, servizi domiciliari per le persone non autosufficienti”. E poi, finalmente, la salute mentale: “Non può più essere un tabù. È parte integrante del benessere delle persone, e come tale va riconosciuta, finanziata, potenziata” (noi ne abbiamo parlato QUI).
E, invece, “questo governo ha fatto spendere 4 miliardi in più agli italiani per curarsi, e poi ha usato quei soldi per il taglio dell’Irpef”. Il quadro che traccia è fatto di tempi di attesa insostenibili, servizi che si svuotano, persone che rinunciano alle cure. “Anche il presidente Acquaroli sa che il governo taglia. E quando tagli, costringi le persone ad affidarsi al privato. Ma il privato non è una risposta universale: è una scorciatoia solo per chi se lo può permettere”. E, inoltre, “curarsi non può dipendere dalla regione in cui nasci”.

Poi energia, impresa, lavoro. Schlein critica l’inazione sui prezzi dell’energia, “il prezzo dell’energia va innanzitutto scorporato da quello del gas: noi abbiamo le bollette più care d’Europa, Meloni non ha il coraggio di dire di no agli extraprofitti delle imprese energetiche a danno di tutti gli altri”. E per le altre imprese “noi poi avevamo fatto un buon sistema di incentivi con Impresa 4.0, ma loro hanno bloccato tutto per 9 mesi gli investimenti delle imprese per varare Transizione 5.0. Poi hanno tagliato l’80% dei fondi per l’automotive che erano stati messi in precedenza”. Si spende per le armi “e intanto il territorio si deindustrializza, lo sapete bene qui da voi”. Mentre in Spagna “Sanchez è stato l’unico a dire di no al 5% di spesa militare rispetto al Pil, pur garantendo gli stessi obiettivi sulla difesa. Si può fare! E poi hanno aumentato il salario minimo del 50%: senza la domanda interna non puoi rilanciare l’economia”.
Ovviamente “con i colossi mondiali, pensiamo al settore AI, non si può competere da soli: l’unione fa la forza e serve un piano industriale europeo”.

Oltre alla precarietà (“loro hanno aumentato i voucher e i contratti a termine”), c’è la questione del potere d’acquisto in discesa, della mancanza degli aiuti al pagamento dell’affitto, del part-time involontario e prevalentemente (non a caso) femminile, il potere d’acquisto in discesa, gli aiuti agli affitti insufficienti, la sicurezza sul lavoro (“Non si può più tollerare di morire”). Fra le proposte del Pd, il congedo parentale, con 5 mesi per i padri. Poi gli asili nido, e “parlo da ex assessora al Welfare dell’Emilia Romagna“.

Qualcuno dal fondo commenta amaramente: “Praticamente dobbiamo rifare le lotte degli anni ‘70 per riprenderci quelle conquiste…”.

Trump. “Non è un buon accordo quello sui dazi, è una resa al presidente Usa, che è un bullo. D’altronde, l’Europa è divisa e all’interno abbiamo molti cavalli di Troia di quest’America. È stato assurdo non far pesare le questione delle multinazionali di servizi digitali. Per di più al G7 hanno esentato le multinazionali Usa dalla tassa globale minima del 15% (che già era troppo bassa). Dove pensano di trovare le risorse per spese militari al 5% del Pil che hanno sancito al vertice Nato? Il fatto è che non riescono a dire di no al loro alleato. Un’amicizia vantata e millantata, che alla fine però ci ha portato danni. I dazi già stanno facendo male alla nostra economia (e a quella americana) ma Meloni è incapace di dirlo, il governo è subalterno”.

Palestina. “Ci vuole l’immediato riconoscimento dello Stato di Palestina. É in atto a Gaza una punizione collettiva, una pulizia etnica da parte di Israele. Condanniamo l’attentato del 7 ottobre, ma questo non è diritto all’autodifesa. È il modo per Netanyahu di mantenere il suo potere. Chiediamo l’embargo delle armi a Israele, il futuro non è certo Hamas, ma c’è Autorità nazionale palestinese (che certo va riformata e rinnovata). Se aspettiamo ancora non ci sarà più nulla da riconoscere. Palestinesi e Israeliani hanno diritto ai loro Stati”.

Mimmo Minuto

Ambiente. “Anche nei governi precedenti è mancata la giusta attenzione alla messa in sicurezza del territorio. Questo, però, ha ridotto le risorse PNRR dedicate. Noi siamo, poi, per una legge contro il consumo di territorio, si è cementificato troppo. Non si può negare l’emergenza climatica, servono investimenti, serve l’Unione Europea per farli. Il Green Deal serviva, ma occorreva prendere per mano e mettere le risorse per i vari attori per realizzarlo”.  

Democrazia. “Contro una certa destra che a livello internazionale attacca il multilateralismo, la magistratura, che non accetta di essere sottoposta alla legge, che limita la stampa, che cambia le regole costituzionali che vuole cancellare il diritto internazionale, a favore della legge del più ricco e del più forte. Dobbiamo preoccuparci. Noi vogliamo rafforzare la democrazia”.

Mentre aspettiamo l’occasione per fare qualche domanda alla segretaria (cosa che non avverrà), prendo con Andrea qualcosa da bere lì vicino. “Ma cos’è tutto questo movimento?” “C’è Schlein che presenta il suo libro” “Ah no, io ho smesso di seguire la politica. Faccio due lavori, qui e in fabbrica, in parte in nero e in parte no. Sto per partire per il Canada a cercare, a 40 anni, una modo per vivere, invece di sopravvivere a fatica. La politica per me non fa nulla”.

C’è tanto ancora da fare.

Con il segretario provinciale del Pd Francesco Ameli, candidato alle Regionali

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