Morire a 52 anni, un’età relativamente giovane, non può non lasciare attoniti, specialmente coloro che hanno avuto modo di conoscere Hugo Maradona, fratello di Diego. Quando giunse nell’estate del 1987 ad Ascoli era ancora un ragazzino di appena 18 anni dal volto di adolescente. Non aveva un curriculum calcistico di un certo rilievo avendo in precedenza militato per due stagioni nell’Argentinos Junior, che militava nelle serie “A” del suo paese, collezionando complessivamente 19 presenze ed all’attivo un solo goal. I critici dissero subito che se il ragazzo era approdato all’Ascoli lo doveva esclusivamente al fratello Diego che prima lo aveva voluto con sé al Napoli poi, conscio che non avrebbe trovato posto nella rosa partenopea, era riuscito a piazzarlo nell’Ascoli. Difficile poter affermare se l’illazione fosse vera o se si trattasse di una scorretta diceria. Resta il fatto che il ragazzo, il giorno in cui venne presentato alla stampa, la prima frase che pronunciò fu la seguente:
“Vi sarei grato se vorrete giudicarmi per le mie prestazioni in campo, dimenticando che sono il fratello di Diego”.
Ecco, Hugo non poteva fare esordio migliore con una frase fatta di umiltà e buon senso tanto che entrò subito nelle simpatie dei compagni di squadra e dei tifosi. Quest’ultimi, colpiti dal suo faccino adolescente, lo “adottarono” e ogni volta scendeva in campo intonavano il suo nome. Ad Ascoli collezionò quattordici presenze senza mai segnare. Dalle movenze in campo manifestava una certa rassomiglianza con il fratello Diego ma, data la giovane età, avrebbe dovuto acquisire esperienza e rinforzare il fisico. Purtroppo non gli fu data questa possibilità.
A ricordarlo oggi sono i tifosi ascolani più attempati che lo hanno visto giocare ed imparato a stimarlo come persona mentre i giovani possono soltanto immaginarlo attraverso la lettura.
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