Il Santo Stefano Sport al tavolo dei “grandi”

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Quasi cinquanta e non li dimostra. Per la verità sarebbero quarantasei, ma si potrebbe già cominciare a festeggiare giacché l’eccezionalità dell’avventura non ha bisogno di traguardi intermedi: è eccezionale sempre.
Era il 1976 quando alcuni ragazzi disabili, in trattamento riabilitativo presso l’Istituto di Riabilitazione “S. Stefano” di Porto Potenza Picena (Mc), decisero di costituire la S. Stefano Sport, prima Società Sportiva nelle Marche e terza in Italia dedicata ai diversamente abili. Tutto era nato dalla convinzione “dell’importanza dello sport come strumento di riabilitazione psico-fisica, di reinserimento sociale nonché volano motivazionale e di rilancio della persona”.


Era il modo di reagire di quanti, traumaticamente e non, s’erano visti segnare dal destino, relegati tra le seconda linea, capaci solo della pietà altrui. Quasi come i reietti medievali. Ma se nel medioevo erano scacciati dalla società e la loro vita era fatta di emarginazione ed elemosine, nel nostro tempo queste persone hanno saputo reagire, facendo onore alla maglia della nazionale. Penso a Alex Zanardi, a Bebe Vio, a Federico Morlacchi, ad Assunta Legnante, che nulla hanno da invidiare ai loro colleghi normodotati.
In questo universo di campioni di tenacia e volontà come posso dimenticare Jim Abbott? Abbott è stato un giocatore di baseball fino a raggiungere la Major League. Uno dei tanti, si potrebbe dire, se non fosse che Abbott era nato con una malformazione evidente, non aveva la mano sinistra. Ma giocava con i normodotati.
La maggior parte dei manuali di baseball enfatizzano il corretto uso di entrambe le mani, ma Abbott non era affatto d’accordo e da bambino cominciò ad esercitarsi duramente per cercare di sopperire a questa situazione penalizzante. Si allenava con suo padre e, con incredibile perseveranza e pazienza, riuscì a mettere a punto un modo per prendere la palla con il guantone sulla mano sinistra, togliersi il guantone e lanciare la palla con la stessa mano. Per ore, tirava la palla contro il muro, con il genitore o da solo, finché non riuscì a compiere il gesto con una notevole fluidità, imparando perfino a battere dopo aver appoggiato la mazza sul suo braccio destro ed impugnando, con la sua mano sinistra, mazza e braccio stesso. Cominciò come esterno, poi come prima base ed infine come lanciatore. Un ottimo lanciatore.
Anche per i fondatori della Santo Stefano Sport, terza società nata in Italia, l’attività doveva essere agonistica perché unico modo per dimostrare che non avevano perso la voglia di vivere e di battersi. Come Abbott.
All’inizio sembrò solo pazzia e lo stesso Coni aveva guardato all’iniziativa con distacco per cambiare atteggiamento, quando le performance cominciarono ad essere interessanti. Adesso guardarsi indietro significa ammirare una bacheca piena di successi in campo nazionale e internazionale, ma anche ricordare i tantissimi sorrisi restituiti a quei giovani che hanno deciso di praticare l’attività sportiva.
Tanti riconoscimenti, su tutti la medaglia d’oro della Fisd per i 20 anni di attività sportiva, e le prestigiose Stelle di Bronzo e d’Argento per meriti sportivi assegnate dal Coni. Le discipline praticate dalla società di Potenza Picena sono il basket in carrozzina, il tiro a segno, le varie discipline di atletica, il calcio a 5 e la vela.
È però nel basket che la Santo Stefano Sport milita ai massimi livelli sia in ambito nazionale che internazionale. Nel corso degli anni ha collezionato successi e ottimi piazzamenti nel campionato italiano di serie A1, nelle Coppe Europee, nei tornei nazionali e in altre competizioni internazionali. Nell’albo d’oro della squadra ci sono le finali di coppe Europee, nel 1992 e nel 1996, quest’ultima vinta. Altri successi europei nel 2004, nel 2006 e terzo posto in coppa Vergauwen nel 2007, a Fabriano, dove la società di Potenza Picena era anche organizzatrice. Vanno ricordati anche i successi nel tiro a segno e nell’atletica. Nel primo caso con le prestigiose affermazioni di Antonio Martella alle Olimpiadi, ai Mondiali e agli Europei; nel secondo con l’oro nel 1984, ai Mondiali di New York, di Lo Iacono nel lancio del disco con il record mondiale.
Supportati dell’azienda Santo Stefano Riabilitazione, che ha sempre creduto nel progetto, la società ha continuato a proporre sempre nuove iniziative. Nel 2001 ha dato il via ad un progetto sulla vela, diventando la prima società nelle Marche a consentire l’attività velistica ai disabili. Da qualche è partito il minibasket in carrozzina, aiutando la riabilitazione dei ragazzi divertendosi e facendo sport. Infine sono state create le condizioni di integrazione tra normodotati e disabili, progetto pionieristico della S. Stefano Sport realizzato con la squadra di calcio a 5.

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