Svolta nelle indagini legate al furto compiuto lo scorso settembre ad Ascoli Piceno ai danni di una anziana. Le responsabili sono state identificate e denunciate. Si tratta di quattro donne, di etnia rom, note alle forze dell’ordine, e su cui gravavano già alcuni precedenti per reati contro il patrimonio, in particolare per furti in appartamento.
Nonostante siano specializzate nell’ingannare le vittime, soprattutto quando si tratta di persone anziane, sappiamo bene che in carcere probabilmente non andranno mai. Anzi riescono sempre a scamparla e a farla franca, usando come sempre la furbizia, un’arma che a loro non manca.
Ma ricostruiamo la vicenda.
“Siamo amiche di sua nipote, tra poco saliamo a prendere un caffè, in attesa che torni dal lavoro“. Una frase semplice per nulla “sospettosa” potremmo dire ma che invece nasconde qualcosa di molto più grande. Un pretesto per entrare in una casa dove, proprio in quel preciso momento, l’unica persona ad essere presente all’interno è una persona anziana.
L’obiettivo? Rubare tutto quello che è possibile.
Ancora una volta le vittime di questi “inganni” sono gli anziani, considerati da molti come “deboli e non in grado di difendersi” che, in pochi istanti, vengono derubati del proprio denaro, delle proprie carte o documenti ma soprattutto dei propri affetti personali, ricordi di una vita che improvvisamente vengono presi da gente sconosciuta e mai più ritrovati.
La vicenda risale al 3 settembre. Nel mirino di alcune “ladre”, una donna di 81 anni che tranquillamente affacciata sul proprio balcone, in una calda giornata di settembre, si è sentita prima chiamare per nome da una di loro, per poi vedersela entrare in casa, in compagnia di un’altra, con la semplice scusa del caffè “in attesa che arrivi tua nipote che tra poco esce dall’ufficio“.
Una volta entrate con l’inganno nell’abitazione della donna, per le due è stata una passeggiata: mentre una distraeva l’anziana, parlando del più e del meno e fingendo di essere interessata all’appartamento sottostante, “perché veniamo ad abitare qui“, l’altra, che in precedenza aveva lasciato la porta socchiusa, ha pensato bene di far entrare l’amica, rimasta a fare da “palo”. Insieme sono entrate nella camera da letto della vittima impossessandosi di tutto ciò che hanno trovato (oro e gioielli preziosi, documenti, soldi e carte di credito).
Agendo con astuzia, sono riuscite a portare via all’incirca più di 2000 euro senza considerare l’alto valore economico, ma soprattutto affettivo, dell’oro.
La storia non finisce qui: le donne hanno pensato bene ad un motivo plausibile per darsela a gambe, prima dell’arrivo della nipote. Dopo aver trovato la scusa per andare via, “andiamo a vedere l’appartamento sotto che il proprietario ci ha dato le chiavi, aspettiamo tua nipote lì“, sono scappate a bordo di una polo grigia, parcheggiata nei pressi, dirette a Sant’Egidio alla Vibrata. In breve tempo sono riuscite a prelevare il massimo che era possibile ottenere dalle carte di credito, per un valore di 800 euro.
Anche questa volta la vittima ha avuto a che fare con delle ladre, furbe ed ingegnose, che hanno agito in modo del tutto “professionale”, acquisendo nomi e informazioni della persona interessata e, in questo caso, della nipote, per poi muoversi con l’obiettivo di portare via tutto ciò che hanno trovato, senza lasciare nessuna traccia. La donna, ultraottantenne, fidandosi ingenuamente delle loro dichiarazioni, le ha fatte entrare in casa, pensando che potessero essere davvero alcune amiche della nipote.
La prudenza non è mai troppa e soprattutto in questo periodo storico “particolare”, i nostri anziani hanno bisogno di una maggiore tutela. Per questo, ricordiamo di non aprire a nessuno, anche a costo di sembrare scortesi, di non credere a nessuno che si spaccia per “l’amica di” o “parente di” ma soprattutto di dare subito l’allarme, chiamando immediatamente le forze dell’ordine.