Succede sempre così: scappati i buoi, si chiude la stalla. Dopo la fragorosa esplosione del caso Geta, adesso i politici vogliono correre ai ripari. Come? Rimodulando il piano d’ambito con il ridimensionamento della quantità di rifiuti da stoccare nel Piceno.
Il sindaco Marco Fioravanti, che è responsabile dell’ambiente e della salute pubblica come quelli che l’hanno preceduto, ha proposto di indicare la discarica di Relluce punto fermo per il biodigestore. Il che significa che la discarica passerà sotto il controllo pubblico con la partecipazione dei comuni interessati. Verranno stilati dei progetti che dovrebbero prevedere la riduzione della produzione di rifiuti e degli abbancamenti. Ci si domanda se tutto ciò non era il caso di farlo tempo prima. Sarebbe bastato incaricare alcuni esperti del settore di controllare – ne andava di mezzo la salute pubblica – come veniva gestita la Geta e ci si sarebbe accorti che bisognava urgentemente correre ai ripari in quanto la discarica accoglieva rifiuti di ogni genere senza che rispettasse le disposizioni in materia.
Le azioni di prevenzione sono fondamentali per il buon andamento della vita pubblica, cosa che troppo spesso viene dimenticata con i risultati che purtroppo abbiamo sotto gli occhi.
Non crediamo che il “caso” relativo alla discarica di Relluce, con tutti i coinvolgimenti che sono emersi, si riveli una bolla di sapone, confermando così l’andazzo… all’italiana: all’inizio assordante clamore, poi tutto finisce nel dimenticatoio, non ci sono colpevoli ,e si può bellamente ripartire daccapo. Comunque, tanto per cominciare, un primo provvedimento è già stato preso da parte del comando provinciale dell’Arma. Uno dei due sottufficiali, Giovanni Palumbieri, è stato trasferito, in via precauzionale ed in attesa degli sviluppi delle indagini che lo riguardano, al comando provinciale di Macerata. Per l’altro sottufficiale, Vincenzo Ventura, invece, sembrerebbe che la sua posizione venga ritenuta meno compromettente per cui al momento resta al suo posto.
Nel fascicolo che i carabinieri di Ascoli hanno depositato presso la Procura c’è un’indagine riguardante la sponsorizzazione che gli amministratori della Geta avrebbero dato ad un pilota di auto pugliese, parente del Palumbieri, che partecipa alle corse del campionato di velocità.
Si sta vagliando se per la procedura di smaltimento dei rifiuti la Geta abbia rispettato le disposizioni che regolano la materia. Quando si interrano i rifiuti, le pareti e il fondo della buca devono essere ricoperti da uno strato di plastica per evitare che vedano a stretto contatto con il terreno. Poi, bisogna inserire dei tubi che aspirano il percolato (liquido inquinante che si forma dai rifiuti) che poi dovrà essere smaltito in una discarica specializzata. Sembrerebbe che tutto ciò non sarebbe stato stato eseguito correttamente per cui tutto finiva nel Bretta.
Ecco, la Geta, per bocca degli avvocati della famiglia Brandimarte, alza la voce ritenendo che si tratti di accuse inesistenti e diffamatorie. Bene, aspettiamo allora che si faccia piena luce sulla scabrosa vicenda ed eventualmente, qualora vengano individuati, si proceda a fare giustizia, nel bene e nel male, degli indagati.