Mancini, Gravina e le occasioni perdute

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Aveva fatto irruzione nell’ambiente calcistico come un fulmine la notizia secondo la quale, dopo il clamoroso flop della qualificazione ai mondiale del Qatar per mano della Macedonia del Nord, Roberto Mancini il tecnico degli azzurri si sarebbe dimesso e che la Regione Marche lo aveva… esonerato da testimonial nello spot pubblicitario che da qualche mese a questa parte viene irradiato dalle varie televisioni. Ebbene, in entrambi i casi si è trattato di fakes news: Mancini continuerà a guidare per altri quattro anni la nazionale italiana, per la sua testa non è certamente passata tale..  tentazione, così come la Regione Marche che continuerà ad avvalersi della “figura” del Ct per pubblicizzare il nostro territorio. Una volta per tutte bisogna capacitarsi di una cosa: in Italia la parola dimissioni da tempo è stata messa al bando, alla stessa stregua di meritocrazia, rispetto, professionalità ecc..

Comunque, se c’era una persona che avrebbe dovuto dimettersi, questo era il presidente della Figc, Gravina, il quale, da quando si è assiso sulla poltrona di massimo dirigente calcistico, non ne ha azzeccata una ma soprattutto non si è attivato per realizzare quei cambiamenti che da anni vengono invocati da più parti. Basterebbe dire che il 63% dei calciatori che giocano nei campionati di calcio sono stranieri precludendo così la “crescita” ai giovani italiani. Poi succede che dopo una dèbacle clamorosa qualcuno invochi che bisogna dare via libera ai giovani italiani promettenti e pensionare i ”vecchi”.

Senza capire una cosa: gli allenatori, quasi tutti, preferiscono alle nuove leve gli anziani che in campo garantiscono più esperienza ed affidabilità Poi, se vengono smentiti, come è accaduto con la Macedonia, poco importa. Gravina avrebbe dovuto intervenire sul numero degli stranieri che le società utilizzano in campionato. Così come sarebbe opportuno regolamentare la “invasione” dei procuratori che fanno soldi a palate per se stessi e per i loro assistiti ma hanno fatto appassire il nostro calcio. Nessuno ha il coraggio di denunciare che l’attuale campionato di serie “A” è…fasullo, falsato dalla partecipazione della Salernitana che non doveva essere ammessa in quanto al tempo si era presentata ai nastri di partenza senza aver rispettato la disposizione che un presidente non può essere proprietario di due club professionistici. Ma non è finita. Toccherà alla Procura della Repubblica di Salerno decidere se la vendita della Salernitana sia stata regolare oppure, come sostiene una società svizzera interessata all’acquisto, se sia stata venduta… all’italiana.   

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