Vi ricordate dell’arbitro Mascia? Quando i tifosi persero la pazienza

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Il campionato di serie “B” dell’Ascoli nella stagione 1976 – 77  fu un vero calvario per una serie di avvenimenti negativi, in gran parte determinati da arbitraggi scandalosi. Il più incredibile, tanto da scatenare la violentissima reazione dei tifosi bianconeri che per sei ore circondarono lo stadio intenzionati a volere la testa di Ruggero Mascia, arbitro della sezione di Milano. 

La partita si concluse con il risultato di 1 a 1 ma il fischietto milanese negò due chiarissimi rigori all’Ascoli per falli in area a danno di Legnaro e Quaresima, annullando inoltre all’85mo una rete regolare messa a segno da Quaresima per un presunto fuorigioco dello stesso giocatore per nulla segnalato dal segnalinee e consentì un comportamento intimidatorio da parte degli isolani tanto che Vivani uscì dal campo in barella dopo aver subito un fallo killer.

L’assedio venne mandato in diretta dalle televisioni e scatenò la curiosità di chi si trovava a casa che si precipitò allo Zeppelle: lo stadio venne circondato dalle forze dell’ordine che tentarono un paio di volte di portare in salvo l’arbitro con delle sortite strategiche, senza però riuscirvi. Dovette intervenire un elicottero della Polizia di Stato che lo portò in salvo. 

Il campo ascolano subì una lunga squalifica che sarebbe stata di gran lunga più lunga se si fosse accertato che nel corridoio degli spogliatoi era stato sparso del liquido infiammabile. Vennero segati i pali delle porte con i quali venne realizzata una basa con tanto di croce in mezzo.

Sulle responsabilità di Mascia pesò anche il comportamento dei suoi due collaboratori di linea che presero opportunamente le distanze lasciando il direttore di gara al suo destino.

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