Che c…! Lapadula segna anche così

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Immaginiamo la rabbia che ha pervaso gli sportivi ascolani che hanno assistito alla prima semifinale play off fra Benevento e Pisa. Avranno ripensato a quanto avvenuto al Del Duca venerdì scorso, con i bianconeri usciti sconfitti, immeritatamente. 

La rabbia è derivata dal fatto che il Pisa si è mostrato, nonostante i grandi acquisti fatti al termine del calciomercato di riparazione, squadra abbordabile contro la quale l’Ascoli avrebbe potuto giocarsi alla pari l’accesso alla finale per la promozione in serie “A”. 

Il match d’andata è stato appannaggio dei ciociari grazie ad un goal, ancora una volta fortunoso, messo a segno a pochi minuti dal termine dal solito Lapadula, gran rapinatore d’area. 

Cross respinto da un difensore pisano, palla che sbatte sulla schiena di un compagno e finisce sui piedi di Lapadula che deve solo buttarla in porta. Più fortuna di così, si muore!  

Anche in questa circostanza si sono ripetute le scene disgustose viste già ad Ascoli. Dopo il goal di Lapadula non si è più giocato, con sistematiche sceneggiate da parte dei giocatori di casa. 

Resta incomprensibile l’atteggiamento passivo degli arbitri difronte a queste manfrine che andrebbero invece sanzionate. Quanto siamo lontani anni luce dalla Premier, dove potrebbero giocare senza la presenza di medico e massaggiatore che intervengono in rarissime occasioni.   

Lapadula

Ma torniamo ai bianconeri.

Vogliamo dare un voto al campionato dell’Ascoli? A nostro avviso Dionisi ed i suoi compagni di squadra meriterebbero un bel 8 in… pagella. Per tutte le trentotto partite giocate l’Ascoli ha costantemente occupato un posto di classifica tranquillo che mai ha fatto correre dei brividi sulla schiena dei tifosi, come è accaduto nei precedenti cinque campionati di cadetteria. 

Addirittura per tre giornate l’Ascoli ha occupato il primo posto grazie ad un avvio folgorante. Persa la vetta della classifica la squadra ha “navigato” sempre in posizione di assoluta tranquillità, giungendo addirittura a conquistare il sesto posto finale garantendosi  l’accesso – rivelatosi poi quanto mai sfortunato, ben 17 anni dall’ultima volta quando sulla panchina bianconera sedeva Marco Giampaolo.  

L’ossatura della squadra ascolana sembra valida, aggiungendo qualche ritocco mirato, anche nella prossima stagione l’Ascoli potrà essere fra le protagoniste, ma difficilmente potrà compiere il “miracolo” viste le squadre che punteranno alla promozione. D’altronde bisogna  essere pragmatici. Ascoli, città con meno di 50 mila abitanti, indotto lavorativo basso, prevalenza di persone anziane può solo sognare il salto di categoria ma, se ciò dovesse avvenire, le problematiche che verrebbero a determinarsi sarebbero tante ma soprattutto pesanti dal punto di vista finanziario. Non è più tempo dei miracoli quando a vincere gli scudetti erano Verona, Cagliari, Sampdoria ecc., quando Costantino Rozzi ha ricostruito ex novo in 90 giorni il Del Duca in modo che ospitasse ben 16 campionati di serie “A” dell’Ascoli. Ora, il sopravvento è in mano al “Dio danaro”. I club che possono permettersi spese folli non danno più alcuna chance alle società minori di poter rivincere lo scudetto, né ai piccoli club una lunga permanenza nell’olimpo calcistico.      

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