Ascoli, prima uscita ufficiale del neopresidente dalla Fondazione Carisap: presenta Consiglio e bilancio 2021

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Se Mario Tassi pensava che la presidenza della Fondazione Carisap fosse una passeggiata, ha dovuto ricredersi immediatamente, prendendo atto che in Fondazione “si corre”. Eletto e subito di fronte al bilancio 2021. Gestione in cui lui e il suo consiglio non ha “toccato palla” ma che, essendo il presidente in carica, doveva presentare e, ovviamente, avallare. Ma quando i conti tornano, e i fondi crescono è piacevole per tutti parlarne. Senza farsene vanto, naturalmente, ma con un briciolo di spirito di appartenenza. Insomma, “chi ben comincia…” e con quello che segue.  

Conferenza stampa, dunque, presso la “Bottega del terzo settore”, per la presentazione del bilancio 2021 della Fondazione.

Grazie all’eccellente operato degli organi, della struttura e di chi mi ha preceduto alla guida della Fondazione – ha detto nel suo discorso d’apertura il neopresidente Mario Tassi – presentiamo un bilancio che dimostra lo stato di benessere dell’Ente che ho l’onore e l’onere di presiedere. Stiamo già lavorando sodo e con entusiasmo non solo per garantire continuità alle dinamiche positive in atto, ma anche per trovare nuove e sfidanti opportunità per tutti. Da domani, con l’incontro degli stakeholder istituzionali si apre la procedura di costruzione condivisa del piano strategico della Fondazione per il triennio 2023 – 2025. A tutti chiediamo il proprio contributo e che ciascuno si metta in cammino con noi in questo percorso che si chiuderà ad ottobre del 2022”.  

Mario Tassi e Fabio Paci

Manco a dirlo, ma associazioni culturali, associazioni sociali, enti e, chi più ne ha più ne metta, sono pronte a bussare cassa in un assalto alla diligenza, di non tanto lontana memoria politica, quando il Governo centrale si accinge a preparare la legge di bilancio. Fortunatamente, se l’assalto anche in Fondazione rientra nella norma, meno le concessioni a pioggia, vincolate invece ad un piano predisposto dal Consiglio di Amministrazione, che tiene conto in particolare dei problemi sociali e, via via, fino ad arrivare alle attività sportive e culturali.

Una considerazione, a questo punto, va fatta. Forse ci avranno pensato da soli, forse no, o forse aspettano che il Comune si faccia avanti, ma se vogliamo veramente dar seguito a quanto detto in occasione del commento alla designazione della Capitale della Cultura 2024, cioè “facciamo ugualmente quello che abbiamo previsto”, senza il robusto appoggio economico della Fondazione, abbiamo paura che non si farà tanta strada. 

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