Riflessioni dopo Perugia (e non solo)

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La palla è rotonda, dicono, perciò può succedere di tutto anche se non si vuole. Ma se quella palla non provi a tirarla in porta, può essere rotonda quanto vuoi, ma non andrà in rete neppure accidentalmente.

Lo abbiamo già detto: ci sta perdere una partita ma a condizione che si esca dal campo con dignità. Sicuri di aver dato tutto ma di fronte c’era un’avversaria più forte. Il fatto è che l’Ascoli è stato sconfitto da un avversario non certo irresistibile, che ha approfittato delle numerose manchevolezze evidenziate nel corso dei 95 minuti di gioco. Difesa vulnerabile sugli esterni con i centrali che garantiscono il solito rendimento elevato, centrocampo che non è riuscito a fare filtro, tantomeno a costruire azioni di rilancio, attacco evanescente sugli  esterni con il solo Gondo che ha interpretato bene il ruolo di centravanti. Come si vede il quadro è piuttosto desolante e non induce all’ottimismo. E’ indispensabile trovare le soluzioni giuste adesso che siamo solo agli inizi. 

Fatta eccezione per quella di Palermo, non è che nelle altre tre partite l’Ascoli abbi incantato. Anzi, di dubbi ne aveva fatti sorgere, mascherati però da risultati positivi che mettevano tutto a tacere. Al Curi le magagne sono venute a galla. 

È vero che il campionato è molto strano, le cosiddette “big” stanno arrancando mentre compagini che alla vigilia godevano di scarso credito se la stanno cavando abbastanza bene ed il loro rendimento viene indicato in crescendo.  Un cambio di passo ci potrebbe rimettere in carreggiata.  A cominciare dal prossimo fine settimana.

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