E’ partita la corsa per la costruzione del nuovo ospedale a San Benedetto del Tronto. Un ospedale di Primo livello, che, una volta realizzato, potrebbe offuscare il “Mazzoni” di Ascoli Piceno. Fino al punto, rischio possibile, di ridimensionarlo ad ospedale di Base. Il 12 febbraio, nel Consiglio comunale della città rivierasca, infatti, approderà una mozione presentata dal gruppo “Libera San Benedetto”, che sostiene il nuovo sindaco Spazzafumo, con la quale si chiede all’Amministrazione comunale di sollecitare la realizzazione del nuovo, moderno, e ricco di servizi sanitari avanzati, nosocomio della Riviera marchigiano-abruzzese. In un territorio ricompreso tra San Benedetto e, qualora non fosse possibile per mancanza di aree disponibili, le immediate vicinanze.
Tutto inizia con la delibera, varata dalla giunta Acquaroli nel luglio 2021 e approvata il mese successivo dal Consiglio regionale, col voto favorevole del solo centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia), che inserisce, nel piano di riorganizzazione e riqualificazione della rete ospedaliera, la costruzione di un nuovo ospedale a San Benedetto del Tronto (Ithaca ne ha scritto anche QUI). Dopo che lo stesso centrodestra marchigiano aveva bocciato il precedente progetto, targato centrosinistra (giunta Ceriscioli), che prevedeva, invece, la costruzione di un ospedale unico del Piceno a Pagliare, proprio a metà strada tra il Capoluogo e la Riviera.
Ma cos’è che dovrebbe far drizzare le orecchie ai politici ascolani soprattutto di centrodestra? Gli stessi, sindaco Fioravanti in testa, che si batterono, tra banchetti e manifestazioni, contro l’ospedale unico della Vallata. Intanto, il contenuto della mozione della lista civica “Libera San Benedetto” che, sciorinando dati e cifre (leggi sotto), parla del Madonna del Soccorso come di un ospedale che effettua più ricoveri del Mazzoni, nonostante un numero di posti letto più basso. E poi un passaggio tecnico-burocratico, là dove si puntualizza che “gli standard quantitativi dell’offerta ospedaliera, espressi dal Decreto Ministeriale 2 aprile 2015 numero 70, riconoscono a questa Area Vasta la localizzazione di due presidi ospedalieri, uno di Primo livello ed uno di Base, anche a servizio della zona montana, in relazione ai bacini di utenza tecnici primari esistenti, comprensivi degli ambiti territoriali confinanti della regione Abruzzo”. Ed è proprio questo il punto, cioè il decreto del 2015 o legge Balduzzi (QUI le distinzioni fra le tre tipologie di presidi). Perché nel momento in cui viene chiesto un Primo livello per San Benedetto, con tanto di costruzione di un nuovo nosocomio, è evidente che, nel rispetto proprio della legge che prevede per l’Area Vasta 5 due ospedali uno di Primo livello e uno di Base, l’altro (il Mazzoni) non potrà che trasformarsi in struttura sanitaria di Base (l’attuale densità abitativa del Piceno, infatti, non prevede la possibilità di avere due Primi livelli).
ECCO LA MOZIONE PRESENTATA DA “LIBERA SAN BENEDETTO”
Ma esaminiamola questa mozione dei consiglieri sambenedettesi di maggioranza, che potrebbe mettere a forte rischio (se da semplice istanza si trasformasse, al termine del suo iter politico-amministrativo, in provvedimento regionale) il futuro dell’ospedale del capoluogo di Provincia.
“Preso atto del parere con valore consultivo espresso dalla conferenza dei sindaci della provincia di Ascoli Piceno – scrive Libera San Benedetto –, che ha individuato come area idonea, sulla base di un non meglio identificato e fantasioso algoritmo basato sull’equidistanza, per l’edificazione dell’ospedale unico di Primo livello, i terreni siti in Pagliare del Tronto e Colli del Tronto, pur essendo ampiamente noto che la prima ipotesi di ospedale unico di Pagliare risale al settembre 2002; considerato gli standard quantitativi dell’offerta ospedaliera, espressi dal Decreto Ministeriale 2 aprile 2015 n. 70, riconoscono a questa Area Vasta la localizzazione di due presidi ospedalieri, uno di primo livello ed uno di base, anche a servizio della zona montana, in relazione ai bacini di utenza tecnici primari esistenti, comprensivi degli ambiti territoriali confinanti della regione Abruzzo; e che nel redatto PSSR 2020-2022 si legge che ‘sarà individuato come presidio di 1° livello il Presidio Ospedaliero Unico AV2 di Jesi-Senigallia-Fabriano inteso nella sua articolazione di tre ospedali’, rendendo, di fatto, legale l’articolazione di un unico ospedale di 1° livello in più ospedali; e che l’attuale popolazione della provincia di Ascoli Piceno – continua la mozione – è di circa 205.000 abitanti ma occorre ragionevolmente aggiungere la popolazione dei Comuni confinanti a Sud come Martinsicuro, Colonnella e Alba Adriatica che da sempre accede al nostro nosocomio, arrivando così quasi a 240.000, mentre la popolazione del territorio dei tre comuni di Jesi, Senigallia e Fabriano, inclusi tutti i comuni limitrofi, è all’incirca di 234.000 abitanti, e che nella provincia di Fermo con circa 174.000 abitanti sono in corso di realizzazione due nuovi ospedali: uno di primo livello a Fermo, e uno di base ad Amandola; visto infine che l’attuale complesso edilizio che compone il Madonna del Soccorso è obsoleto, non dispone delle necessarie idoneità sismiche, è localizzato in un’area fortemente inquinata e densamente abitata, difficile da raggiungere sia da parte degli utenti così come dalle ambulanze dell’Emergenza; non dispone altresì di un adeguato numero di parcheggi per il personale e l’adeguamento sismico comporterebbe dei costi molto elevati”.
“MADONNA DEL SOCCORSO CON INDICE DI PRODUTTIVITA’ SUPERIORE AL MAZZONI”
“Preso altresì atto che della circostanza che, nonostante la carenza di organico, il cui più drammatico segno è non solo la difficoltà per vari reparti di poter garantire le ferie estive al personale sanitario mentre per la Murg (Medicina di urgenza) – scrive ancora Libera San Benedetto – si è arrivati addirittura alla chiusura notturna del servizio, e nonostante la diminuzione dei posti letto e la progressiva obsolescenza dei macchinari, il nostro ospedale riesce comunque a mantenere un alto indice di produttività, come dimostrato dai seguenti dati di confronto con il Mazzoni di Ascoli Piceno: San Benedetto del Tronto posti letto 200 (68 in meno rispetto ad Ascoli) Ascoli Piceno posti letto 268. Prestazioni di Pronto Soccorso anno 2018: Allegato E al Bilancio 2018: San Benedetto del Tronto 39.533 +1%. CR 1.023, CG 13.162. Ascoli Piceno 30.633 +0,2%, CR 733, CG 10.245. Reparto Medicina – anni 2015 – 2018 (a SBT i ricoveri sono divisi tra Medicina e Geriatria): San Benedetto del Tronto 4.837, Ascoli Piceno 4.770. Reparto Chirurgia – anni 2015 – 2018: San Benedetto del Tronto 4.900, Ascoli Piceno 4.424. Rianimazione – anni 2015 – 2018: (allegati E ai Bilanci 2015-18): San Benedetto del Tronto 481, Ascoli Piceno 405. Reparto Ortopedia – anni 2015 – 2018: San Benedetto del Tronto 3.232, Ascoli Piceno 3.900. Con riferimento al reparto di ortopedia, facendo una proporzione tra i posti letto di Ascoli Piceno (24) e quelli di San Benedetto del Tronto (18), risulta che San Benedetto avrebbe dovuto effettuare nello stesso periodo solo 2.925 ricoveri, mentre in realtà ne sono stati eseguiti oltre 300 in più, nonostante il reparto fosse privo di primario da sette anni. Unità Terapia Intensiva Cardiologica (UTIC) – anni 2015 – 2018: San Benedetto del Tronto 569, Ascoli Piceno 463. Nonostante la differenza di posti letto a favore del Mazzoni di Ascoli – puntualizza sempre la lista civica sambenedettese – e il progressivo depauperamento di letti, di personale e di strumentazione del nostro ospedale, i dati dell’AV5, per il periodo 2015 – 2018, in merito alla mobilità attiva ospedaliera fuori regione sono nettamente a favore del Madonna del Soccorso. Infine si fa notare che il Pronto Soccorso del nostro ospedale ha registrato nel 2018 39.533 accessi, risultando al 5° posto in Regione quasi al pari di Macerata e Fermo: ospedali di 1° livello di cui non si è mai messa in discussione la chiusura anzi sono in fase di progettazione il primo e di nuova costruzione il secondo. Va anche detto che Cardiologia interventistica e l’Emodinamica oggi si trovano nell’ospedale di Ascoli, ma erano funzionanti al Madonna del Soccorso prima della loro apertura al Mazzoni e che la programmazione di Area Vasta del 2018 recita che attività prevalente per l’Ospedale di San Benedetto del Tronto è l’Emergenza, mentre per l’Ospedale di Ascoli Piceno è la Specialistica elettiva, costituita da attività non rientranti nell’emergenza urgenza. A tal proposito si ricorda che Cardiologia interventistica, unitamente all’Emodinamica, fa necessariamente parte del dipartimento di emergenza urgenza, ma San Benedetto ne è priva, al contrario di Ascoli Piceno, in contrasto con quanto disposto nella Programmazione di Area Vasta 2018. Per quanto riguarda la carenza di personale e di mezzi – spiega Libera San Benedetto – portiamo tre esempi. Incubatrici: San Benedetto del Tronto 2 incubatrici per 800 nati (2018), Ascoli Piceno 6+2 incubatrici per 560 nati (2018). Infermiere di Pediatria e Nido: San Benedetto del Tronto 10 posti letto 2 a turno 5.541 ricoveri (2015-1018), Ascoli Piceno 14 posti letto 5 a turno 4.840 ricoveri (2015-2018). In tutti questi anni è spesso accaduto che dal Madonna del Soccorso, neonati o bambini dovessero essere trasferiti al Mazzoni, per mancanza di posti letto. Non è mai accaduto che venissero trasferiti qui, dal Mazzoni, per lo stesso motivo. Geriatria (non presente ad Ascoli) - letti per acuti e sub-acuti (viene fatto un confronto con il San Salvatore di Pesaro). San Benedetto del Tronto: 20 + 18 posti letto 5 medici, Pesaro 22 + 19 posti letto 6 + 3 medici. Dai dati che precedono è agevole constatare che, nonostante il minor numero di posti letto e di personale (anche di primari) l’ospedale di San Benedetto ha un’attività superiore a quello di Ascoli Piceno, con riferimento ai reparti previsti in un ospedale di primo livello”.
“FLUSSO TURISTICO DA CUPRAMARITTIMA AD ALBA ADRIATICA DI QUASI 2 MILIONI DI PRESENZE ”
“Considerato – precisa ancora Libera San Benedetto – che nell’ipotesi prospettata nel Piano Sanitario Regionale 2020-2022, sulla realizzazione di un nuovo nosocomio di primo livello, come ampiamente avvalorato da tutti i dati oggettivi e le esemplificazioni fornite nella presente mozione, la collocazione di tale struttura dovrà rispettare i criteri dettati dal Decreto Balduzzi con riguardo al bacino di utenza, ai fattori di rischio presenti ed all’afflusso turistico (che da Cupra ad Alba Adriatica ha visto la presenza di 1.948.000 nel 2018, mentre nella zona che va da Gabicce a Mondolfo, con un territorio quasi doppio, vi sono state 2.014.000 presenze turistiche). Dovrà quindi essere localizzata sul territorio di San Benedetto del Tronto o in alternativa, solo se non saranno reperibili zone adatte, nelle immediate vicinanze, appurato che la legge non fa alcun riferimento, relativamente alla collocazione, a criteri di confine politico. Si consideri, come esempi evidenti e semplici, che diverse strade fortemente abitate di San Benedetto del Tronto si inseriscono sia a nord che a sud e ad ovest direttamente nell’agglomerato urbano dei comuni limitrofi senza soluzione di continuità. Si viene a creare in tal modo un unico agglomerato urbano di oltre 92.500 abitanti: il terzo dell’intera regione a distanza di poco più di 6.000 abitanti dal capoluogo regionale”.
“SI UNISCANO A NOI ANCHE I COMUNI ABRUZZESI VICINI”
“Tutto quanto sopra premesso e considerato – scrive ancora il gruppo consiliare di Libera San Benedetto – si chiede che si deliberi affinché: il Sindaco e la Giunta si rendano senza più alcun indugio parte attiva e diligente, in qualunque sede competente e a tutela dei cittadini, per promuovere, garantire ed assicurare nel più breve tempo possibile un Ospedale Madonna del Soccorso efficiente e capace di rispondere alle esigenze ed emergenze sanitarie del proprio bacino di utenza, ripristinando le dotazioni ed i servizi di un nosocomio di primo livello, al pari di quelle già presenti nel 2002, aggiornate ai livelli e ai progressi tecnologici e scientifici attuali, e con una dotazione di personale e di attrezzature almeno proporzionalmente equivalenti a quelle presenti negli stessi reparti del Mazzoni. Il Sindaco e la Giunta – aggiunge la lista civica – si impegnino, unitamente agli altri Sindaci del territorio, a chiedere alla Regione che l’individuazione dell’area per l’eventuale realizzazione del nuovo ospedale di primo livello rispetti rigorosamente i criteri previsti dal Decreto Balduzzi e pertanto venga localizzato nel territorio di San Benedetto del Tronto o, se non possibile, nelle immediate vicinanze; inoltre, considerato quanto previsto dal piano sanitario regionale, approvato il 4 febbraio 2020 con la Mozione 107, che a pagina 55 così riporta: sarà individuato come presidio di 1 livello il Presidio Ospedaliero Unico AV2 di Jesi-Senigallia-Fabriano inteso nella sua articolazione di tre ospedali, non modificato dalla DGR 891/2021, quindi tuttora vigente, che anche per l’AV5 si preveda un Presidio ospedaliero unico di San Benedetto del Tronto – Ascoli Piceno, inteso nella sua articolazione di due ospedali; si pervenga in tempi brevi ad un accordo tra il Comune di San Benedetto del Tronto e la Regione Marche, sull’esempio dell’accordo stipulato tra la Regione e Fano, per l’immediato ripristino di tutti i perduti servizi, posti letto e personale del Madonna del Soccorso e per l’inizio dell’iter tecnico-burocratico per l’esecuzione del nuovo ospedale di 1° livello. Infine – conclude la lista sambenedettese – con questa mozione si chiede che l’Amministrazione Comunale del Comune di San Benedetto del Tronto, nella persona del Sindaco, si impegni a promuovere l’approvazione, presso tutti i comuni dell’Ambito 21, e presso i limitrofi Comuni Abruzzesi, facenti parte del bacino di utenza dell’ospedale di San Benedetto del Tronto, di una mozione equivalente alla presente, onde esprimere in maniera compatta ed unitaria le istanze legittime di tutto il territorio interessato in materia di sanità”.
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