In principio fu il liquore, poi un caffè liberty in una piazza che brilla di notte: 150 anni di Meletti e Ascoli

1 minuto di lettura

Scrivi Meletti e pensi al Caffè di piazza del Popolo. Scrivi Meletti e pensi all’Anisetta famosa in tutto il globo, ma anche all’Amaro che oggi spopola negli States o al “punch” all’ascolana, la genziana e da poco anche al fernet. Ma Meletti è anche, da 152 anni per la precisione (era il 20 settembre 1870…), la storia passata e presente di Ascoli. Non solo imprenditoriale. Anche perché su ogni bottiglia è impresso il nome di “Ascoli Piceno” e il Caffè di piazza del Popolo è uno dei monumenti cittadini oltre che uno dei locali storici italiani, riconosciuto anche come caffè letterario.

Non c’è turista, infatti, che non annoveri anche il caffè liberty tra le tappe obbligate del suo soggiorno in città. Magari per un’anisetta con la “mosca” o una pasta “pierina” sfornata per la prima volta in onore della moglie del fondatore Silvio.

L’imbottigliamento dell’Anisetta (foto da sito www.meletti.it)

Non è necessario fare l’agiografia di una Ditta che nel bel mezzo del covid ha festeggiato il secolo e mezzo di vita con un libro che ne ripercorre la gloriosa storia e un manifesto pubblicitario celebrativo sullo stile di quelli celebri firmati da artisti del calibro di Marcello Dudovich.

Meletti è sinonimo di Ascoli. Dal genio del fondatore Silvio che dopo aver studiato, sperimentato e creato la ricetta (tuttora segreta) dell’Anisetta decise di aprire in piazza del Popolo (nel 1907) un Caffè degno di una capitale europeo. Degno del romano “Caffè Greco“, del napoletano “Gambrinus” o del padovano “Pedrocchi“. Un luogo degno di una capitale europea realizzato in una piccola di città di provincia, ma che riassume come detto il genio del fondatore che già esportava il suo liquore all’anice nel mondo ed era diventato fornitore per la Real Casa.

“Per Aspera ad astra” (attraverso le asperità fino alle stelle), è il motto latino che troneggia anche sulle bottiglie dei prodotti Meletti. E’ proprio la bottiglia di Anisetta, come ricordato anche nel libro celebrativo, è stata sempre la stessa polare che anche nelle difficoltà ha sempre guidato il futuro della Ditta Meletti oggi guidata dalla quinta generazione rappresentata da Matteo e Mauro Meletti affiancati dal padre Silvio e dalla zio Aldo.

Il Caffè Meletti

Ma nella storia della famiglia un ruolo importante lo hanno avuto anche le donne come Anna Maria Piavi, moglie di Aldo (figlio del fondatore Silvio e purtroppo prematuramente scomparso nel 1931) che ha guidato l’azienda negli anni difficili della guerra consegnando poi il timone al giovanissimo figlio Silviano, papà di Silvio e Aldo.

Oggi l’Anisetta e gli altri prodotti sono esportati in tutto il mondo. Dall’America alla Cina passando per Singapore e l’Australia. E da poche settimane è entrato in funzione un nuovo distillatore in grado di ottimizzare anche il consumo di acqua e vapore per produrre l’Anisetta “made in Ascoli Piceno”.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Previous Story

Giovedì il rompete le righe

Next Story

Terremoto in giunta ad Ascoli, “alleggerite” le deleghe alla Ferretti e alla Acciarri

Ultime da