Dopo quanto è accaduto allo Juventus Stadium al termine dell’incontro con la Salernitana – goal valido che non è stato rilevato dal Var per mancanza del posizionamento di una sesta telecamera a fondo campo – mi sono tornate alla mente le dichiarazioni di Pierluigi Collina che magnificavano la grande utilità dell’uso del Var dimenticando, però, che la tecnologia è gestita dall’uomo che ha le sue… debolezze.
Un fine settimana da tregenda per arbitri e addetti al Var i quali con le loro interpretazioni sbagliate hanno condizionato gli esiti finali di diverse partite, sia in serie “A” che in serie “B”.
Ci ha colpito il titolo cubitale apparso sul Corriere dello Sport: “Il Var è cieco”. Ne sanno qualcosa i sostenitori dell’Ascoli la cui squadra ha dovuto subire due mancati interventi del Var nel corso degli incontri con Cittadella e Perugia che avrebbero potuto cambiare – noi ne siamo più che certi – il corso della gara.
L’associazione Arbitri è stata travolta dalla bufera, ma non ha perso il suo spirito di corpo a difesa dei suoi affiliati. Allo Stadium di Torino è stato annullato un goal valido alla Juve per un “vulnus” tecnico della macchina Var. Non doveva capitare ma è capitato. Ha fatto un enorme “rumore” perché ad essere danneggiata è stata la Signora: se fosse capitato all’Empoli o al Monza tutto sarebbe passato in second’ordine. Ma la cosa più grave si è registrata a Lecce dove Pairetto, immancabili le sue topiche arbitrali sulle quali i vertici Aia sono sempre passati sopra tanto da promuoverlo internazionale, non ha ritenuto, unitamente al varista, Di Martino di Teramo, dover punire ben tre falli di mano in area con altrettanti calci di rigore. Ora si invocano punizioni esemplari: tre turni fermo, poi mandato al Var per alcune partite ed ad arbitrare tre volte in serie “B”. Tra l’altro Pairetto è risultato arbitro in negativo nei confronti Samp – Atalanta e Benevento – Frosinone. Lo confessiamo: il personaggio non ci è simpatico per ciò che fece in occasione di una partita dell’Ascoli. Fischiò una punizione inesistente contro i bianconeri. Gigi Giorgi gli si avvicinò per chiedere spiegazioni e lo prese per un braccio. Il giocatore a fine partita giurò che lo aveva leggermente toccato ma Pairetto nel suo referto scrisse che il giocatore gli aveva dato un pizzicotto che gli aveva provocato un forte dolore. Morale della favola fu che a Gigi Giorgi vennero comminate cinque giornate di squalifica.